Dopo la lettera di Schifani a La Sicilia, l’Assemblea dei Sindaci reagisce.
Ma resta un nodo fondamentale: la presidente Nobile non ha né i requisiti, né le deleghe, per agire come un soggetto politico.
Nel giorno in cui l’Assemblea dei Sindaci AICA diffonde un comunicato durissimo per rispondere alla lettera del presidente della Regione Renato Schifani, si compone un quadro che fino a pochi giorni fa sembrava impossibile:
i sindaci, finalmente, fanno i sindaci.
Dicono la loro.
Rivendicano una posizione.
Chiedono alla Regione atti concreti.
Difendono il territorio.
E va bene.
Ma c’è un punto che nessuno di loro — stranamente — ricorda:
👉 La presidente del CdA di AICA non può fare ciò che sta facendo.
Non ne ha il potere.
Non ne ha la delega.
Non ha nemmeno i requisiti richiesti dal bando per presiedere il CdA.
Ed è proprio da qui che bisogna ripartire.
📌 LA LETTERA DI SCHIFANI A “LA SICILIA”: UN MACIGNO SULLA VERSIONE DI AICA
Nel nostro precedente articolo
👉 https://reportsicilia.it/aica-schifani-smentisce-la-presidente-nobile-e-da-ragione-a-la-sicilia-e-a-noi/
avevamo riportato integralmente la posizione del Presidente della Regione Renato Schifani, pubblicata da La Sicilia.
Schifani ha chiarito che:
-
la Regione non ha responsabilità nella morosità dei Comuni;
-
non pagherà al posto dei Comuni e di AICA;
-
i Comuni avevano rifiutato il fondo di rotazione (oggi smentito dall’Assemblea);
-
il debito con Siciliacque è il frutto di gestioni locali sbagliate;
-
la minaccia del taglio dell’acqua deriva dalla legge e dalla “persistente irregolarità dei pagamenti”.
Una posizione netta, confermata dai documenti ufficiali.
📣 **IL COMUNICATO DEI SINDACI:
“Mai chiesto soldi a fondo perduto, vogliamo il fondo di rotazione.”**
Ed ecco arrivare il comunicato diramato dall’Assemblea dei Sindaci AICA
(Documento ufficiale: Comunicato Stampa Assemblea dei Sindaci AICAComunicato Stampa Assemblea_Presidente Schifani
I sindaci affermano:
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non abbiamo mai chiesto soldi a fondo perduto;
-
il fondo di rotazione da 20 milioni non è mai stato istituito dalla Regione;
-
chiediamo che venga attivato;
-
chiediamo il sostegno all’emendamento da 40 milioni per le perdite di rete;
-
la Regione, essendo socia al 25% di Siciliacque, deve essere parte attiva nella soluzione;
-
le perdite di rete (oltre il 60%) sono un’eredità storica;
-
400.000 cittadini non possono essere ostaggio di un confronto istituzionale.
Finalmente, un atto politico chiaro.
Era ora.
Ma manca una parte della verità.
⚠️ **CHIARIMENTO NECESSARIO:
LA PRESIDENTE DEL CDA DI AICA NON PUÒ FARE LA POLITICA.
E NON È AUTORIZZATA A PARLARE A NOME DEI SINDACI.**
Mentre i sindaci riprendono — finalmente — la parola, la presidente del CdA AICA continua a:
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rilasciare video politici,
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attaccare la stampa,
-
parlare “a nome del territorio”,
-
accusare la Regione,
-
interpretare ruoli istituzionali che NON le spettano,
-
fare dichiarazioni che non sono mai state approvate dall’Assemblea dei Sindaci.
Questo è il punto che tutti fanno finta di non vedere:
👉 La presidente Nobile non rappresenta il territorio.
Rappresenta il solo CdA.
E solo entro i limiti che i sindaci hanno approvato.
E soprattutto:
👉 Non ha alcuna delega per attaccare Schifani.
👉 Non ha alcuna delega per parlare a nome dei Comuni.
👉 Non ha alcuna delega per trattare direttamente linee istituzionali.
AICA non è un soggetto politico.
È un’azienda.
E la presidente non può trasformarla in un’arena mediatica personale.
🧨 **UN ALTRO NODO RIMOSSO:
LA PRESIDENTE NON AVEVA I REQUISITI PER ESSERE NOMINATA.**
Lo abbiamo scritto mesi fa.
Lo abbiamo ripetuto.
Lo abbiamo documentato.
Il bando dei sindaci prevedeva, come requisito essenziale:
➡️ aver maturato esperienza apicale nella gestione di aziende complesse.
La presidente:
-
non aveva questo requisito;
-
lo abbiamo dimostrato agli atti;
-
nessuno lo ha mai smentito;
-
nessuno lo ha mai chiarito;
-
e oggi i fatti — purtroppo — lo confermano.
La crisi comunicativa, istituzionale e gestionale che stiamo vivendo è anche figlia di questa scelta politica sbagliata.
I sindaci lo sanno.
Lo sapevano da allora.
E oggi non possono più far finta di nulla.
🧭 **OGGI I SINDACI FANNO I SINDACI. BENE.
MA ORA DEVONO FARE L’ULTIMA COSA GIUSTA:
RIMETTERE AL SUO POSTO LA PRESIDENTE DEL CDA.**
Perché se è vero che:
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la presidente non ha i requisiti,
-
non ha le deleghe,
-
non ha il mandato per parlare “a nome del territorio”,
-
non può attaccare la stampa,
-
non può creare tensione sociale,
-
non può agire come fosse un assessore regionale,
allora è compito dei sindaci — e solo loro — riportarla entro i limiti del ruolo che le compete.
Le ricordino, una volta per tutte, che:
👉 il CdA risponde all’Assemblea dei Sindaci;
non è l’Assemblea che risponde al CdA.
E che la comunicazione politica:
❌ NON è di competenza del CdA
❌ NON è di competenza della presidente
✔️ È prerogativa esclusiva dei sindaci, ovvero dei titolari del servizio idrico.
✍️ **CONCLUSIONE: LA POLITICA TORNA A PARLARE.
ORA DEVE TORNARE A GOVERNARE.**
Tra la lettera di Schifani, la risposta de La Sicilia, il comunicato dei sindaci e i nostri articoli, la verità è ormai chiara:
-
i sindaci sono i responsabili del servizio idrico,
-
la presidente del CdA non è un soggetto politico,
-
AICA non può essere gestita come un megafono personale,
-
la Regione ha chiarito dove stanno le responsabilità,
-
e la stampa non può essere delegittimata per il solo fatto di raccontare i fatti.
Il territorio merita serietà.
Merita istituzioni funzionanti.
Merita una governance competente.
E tutto questo non è possibile
finché la presidente del CdA continua a interpretare un ruolo che non le appartiene.

