Una collettiva che invita il pubblico a riflettere sul valore della diversità, sulla forza della rinascita e sulla continua evoluzione dell’animo umano attraverso il linguaggio universale dell’arte.
La mostra corale “Tiresia – La dualità dell’anima”, curata dal direttore artistico Mauro Pecoraro e dall’event manager Daniela Martino, è visitabile fino al 28 novembre nell’ex Chiostro dei Carmelitani – Biblioteca Comunale “Francesco Scavo” di Carini, in provincia di Palermo.
Protagonisti, gli artisti Annita Borino, Ernesto Butticè, Maurizio Conigliaro, Elena Isabella Fa, Alessandra Famoso, Vincenzo Famoso, Mario Giambanco, Barbara Pecoraro, Mauro Pecoraro, Carla Perez, Antonio Signorino, Ketty Tamburello e Sara Tondo.
L’esposizione è dedicata a Paolo Mendico, giovane vittima di episodi di bullismo, e a tutti coloro che hanno subito la violenza di genere affinché l’arte possa contribuire a divulgare un messaggio di rispetto, consapevolezza e amore per il prossimo.
I contenuti e il valore delle opere in mostra hanno registrato l’apprezzamento di Giovì Monteleone e Salvatore Badalamenti, rispettivamente sindaco e assessore alle Politiche culturali del Comune di Carini, che hanno sottolineato l’importanza dell’arte come strumento di crescita, riflessione e sensibilità sociale.
“Il mito di Tiresia, simbolo di conoscenza e trasformazione – spiega Mauro Pecoraro – è stato il punto di partenza per un percorso artistico che affronta e indaga la dualità dell’anima, la ricerca interiore e le problematiche contemporanee legate all’identità e alla dignità umana”.
La serata inaugurale è stata arricchita dalla performance di danza di Federica Pecoraro, che ha interpretato in movimento il tema della metamorfosi e del dialogo tra luce e ombra.
La ballerina professionista, che sin dalla giovane età ha calcato i più importanti palcoscenici, ha dato vita a un’esibizione indimenticabile.
Il finissage, in programma per venerdì 28 novembre alle 16:30, sarà impreziosito dalle note al piano del Maestro Paolo Scanabissi.
L’ingresso è gratuito.

