Aggiornamento notizia Ore 12,25: Così come da noi pubblicato nella mattinata nel momento della diffusione della notizia,(allegando in piè di pagina la eventuale profilassi e tutto ciò che c’era da sapere e conoscere sul caso), il ragazzo sarebbe migliorato e la situazione dopo l’intervento degli uffici dell’Asp di Agrigento sarebbe sotto controllo, in ogni caso la notizia rimane in aggiornamento e si monitorerà tutto per alcuni giorni  

Aggiornamento notizia Ore 11,45: Anche alla scuola Pirandello le terze classi allertate e non entrano a scuola, via vai di genitori che prelevano i figli e li riportano a casa visto che le classi erano state in gita con il ragazzo ricoverato a Palermo; 

Aggiornamento notizia Ore 10,55: Il ragazzo ricoverato a Palermo è affetto da meningococco e sembrerebbe allo stato l’unico caso, gli uffici dell’Asp si stanno muovendo dopo la nostra segnalazione per i dovuti adempimenti del caso;

Aggiornamento notizia Ore 10,50: Sembrerebbe che la Dirigente abbia già notiziato il Responsabile della salute pubblica(sindaco) e gli uffici dell’Asp e che senza l’ordinanza del Sindaco non può disporre la chiusura dell’Istituto; 

La notizia è trapelata nella serata di ieri, ne abbiamo accertato la veridicità e sembrerebbe che il focolaio sia già a 2 casi, uno dei ragazzi sarebbe ricoverato a Palermo in terapia intensiva, nessuno sembra avere disposto la chiusura della scuola(tocca al responsabile sanitario in questo caso il sindaco) disporre la chiusura, ma sembra anche che stamattina tantissimi genitori hanno già rinunciato a mandare a scuola i proprio figli.

la notizia è in fase di aggiornamento ma intanto per tutelare la salute pubblica, bisognava lanciare l’allerta ed attendere a questo punto che sia diramato un comunicato ufficiale da parte del sindaco o dell’Asp competente 

Approfondimento Epidemiologico

La malattia è diffusa in tutto il mondo; l’incidenza maggiore si ha durante l’inverno e la primavera. I bambini e i giovani adulti, soprattutto se vivono in condizioni di sovraffollamento, come caserme e comunità chiuse, sono i soggetti più colpiti.
Ogni anno in Italia si verificano circa 900 casi di meningite batterica. Di questi, circa un terzo sono causati dal meningococco, ed un altro terzo da pneumococco, mentre gli altri casi sono causati da altri batteri (listeria, stafilococchi, streptococchi, micobatteri, e.coli) o restano senza causa identificata.
L’incidenza della meningite da meningococco in Italia è di 3-6 casi per milione 1 d’abitanti (circa 180 casi segnalati l’anno), più bassa rispetto alla media Europea che è di 14,5 casi per milione.
Il 69% dei casi di malattia meningococcica identificata in Italia negli ultimi anni è risultata appartenere al sierogruppo B, mentre il sierogruppo C è stato identificato nel 24% dei casi e la restante parte è divisa tra il gruppo A e W 135.
In Italia il sistema di sorveglianza delle meningiti batteriche coordinato dall’Iss ha evidenziato negli anni 2003-2005 un incremento della frequenza dei casi dovuti a meningococco C rispetto ai casi dovuti al meningococco B. Nel 2006 i casi di malattia da meningococco C sono diminuiti e attualmente la maggior parte delle meningiti meningococciche è dovuta a infezioni da meningococco B.

I portatori sani

Nella popolazione generale esiste una consistente proporzione di soggetti che sono colonizzati da meningococco nel rinofaringe, i cosiddetti portatori sani.
La prevalenza dei portatori e assai variabile in rapporto a fattori diversi, quali le aree geografiche, le condizioni socio-economiche e di densità di popolazione, l’età dei soggetti.
Essa può variare entro ampi limiti: dall’1-2% sino al 15-20% della popolazione sana, salvo raggiungere livelli elevati in comunità chiuse ed in particolari circostanze (esempio nelle reclute militari).
Rispetto al numero dei portatori sani il numero dei casi di malattia invasiva è estremamente limitato. Non sono ancora del tutto noti i fattori che scatenano la malattia.
La ricerca attiva dei portatori sani con tampone naso-faringeo non è indicata, vista l’elevata frequenza.

Nessuna misura di disinfezione ambientale

Al di fuori dell’organismo il meningococco presenta scarsissima resistenza agli agenti fisici ambientali (luce solare, essiccamento, ecc.) ed ai comuni disinfettanti.

La trasmissione avviene per via aerea da persona a persona e mediante secrezioni respiratorie.
Non vi è indicazione ad interventi di bonifica ambientale; va, invece, consigliata l’aerazione dei locali.

Rischio clinico

La probabilità di osservare casi secondari ad un primo caso di malattia meningococcica e stata stimata da dati americani, essere di circa 4 su 1000 soggetti esposti, nell’ambito familiare.
Nella casistica italiana il numero di casi secondari è meno del 2% di tutti i malati notificati Questa bassa percentuale può essere in parte attribuita all’efficacia della profilassi post-esposizione se effettuata tempestivamente (entro le 24 ore dall’ultimo contatto, in pratica entro 24 ore dall’esordio clinico del caso).
Particolare attenzione dovrà essere rivolta a soggetti con deficit immunitari (deficit di fattori terminali del complemento, carenza di properdina, asplenia funzionale o anatomica, infezione da HIV) a rischio di sviluppare forme gravi di malattia.
La diagnosi tempestiva, seguita da un’appropriata terapia antibiotica influenza notevolmente il decorso della malattia (dopo 3 ore dall’esordio della sepsi si innescano meccanismi patogenetici irreversibili).

Misure di profilassi

Le misure da attuare in presenza di casi di meningite meningococcica includono l’informazione, la sorveglianza e la profilassi con antibiotici (chemioprofilassi) delle persone che sono state a stretto contatto con chi si è ammalato.

In particolare, vengono definiti come contatti stretti di un malato:
• i conviventi
• chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del paziente
• le persone che nei sette giorni precedenti l’esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti)
• i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).
La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. La sorveglianza è prevista per 10 giorni dall’esordio dei sintomi del paziente. La chemioprofilassi è invece utile nel ridurre il rischio di ulteriori casi. In particolare, è stato stimato che la chemioprofilassi dei conviventi riduce il rischio dell’89%.

Il vaccino

Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che però forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni.
Non esistono ancora vaccini per prevenire le meningiti da meningococco sierogruppo B ma ci sono vaccini “coniugati” singoli contro il gruppo C, efficaci già nel primo anno di vita, che inducono una protezione persistente. In alcuni Paesi a elevata incidenza è stata introdotta la vaccinazione per tutti i nuovi nati.
In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l’opportunità di introduzione della vaccinazione su larga scala nell’area geografica interessata quando l’incidenza è superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell’arco di tre mesi.

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