I Bambini del Mondo 2025: la Valle dei Templi si colora di Pace e Fraternità
AGRIGENTO – Un fiume di gioia, colori e speranza ha invaso questa mattina la Valle dei Templi di Agrigento con la tradizionale Passeggiata della Pace e della Fraternità, evento simbolo del 22° Festival Internazionale “I Bambini del Mondo”.
I gruppi internazionali partecipanti, insieme ai gruppi agrigentini e agli alunni delle scuole della provincia, hanno dato vita a una marcia carica di significato, promuovendo attraverso la musica e la danza un messaggio universale di pace e fratellanza tra i popoli.
Dalla Valle dei Templi un messaggio di speranza
Grazie alla collaborazione con il Parco Archeologico della Valle dei Templi, il percorso si è snodato dal Tempio di Giunone al Tempio della Concordia, in un lungo corteo aperto dalla bandiera dell’UNICEF, simbolo dell’impegno per i diritti dei bambini in tutto il mondo.
A sottolineare l’importanza dell’evento, i partecipanti hanno letto passi della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo dell’UNICEF, lanciando un appello affinché cessino i conflitti e regni la pace nel mondo.
Partecipazione internazionale e sostegno dell’UNESCO
L’evento, parte integrante del Mandorlo in Fiore di Agrigento, è organizzato dall’AIFA – Associazione International Folk Agrigento, presieduta da Luca Criscenzo, e gode del patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e dell’UNICEF.
Otto i gruppi internazionali partecipanti, provenienti da:
- Albania
- Honduras
- Kirghizistan
- Macedonia
- Panama
- Slovacchia
- Taiwan
- Turchia
A questi si sono uniti i gruppi locali: Gergent, Oratorio Don Guanella, I Fiori del Mandorlo, Città di Agrigento, Fabaria Folk, Herbessus.
Preghiera interreligiosa per la pace nel mondo
La giornata si concluderà con un momento di profonda spiritualità: alle 16:30, presso la Chiesa Madonna della Provvidenza, i partecipanti daranno vita alla Preghiera interreligiosa – I Popoli per la Pace. Un’occasione in cui bambini di diverse fedi si uniranno in un’unica voce, pregando ognuno nella propria lingua affinché il mondo possa trovare la via della pace.
Un evento che, oltre il folklore, si conferma come una testimonianza concreta di come la cultura possa diventare uno strumento di unione e speranza per le nuove generazioni.








