In principio fu la data di ultimazione dei lavori molto distante nel calendario, quindi ci fu la correzione con il pennarello accorciando i tempi alla fine di questo mese, adesso è la volta dell’adesivo con la data di ultimazione esatta dei lavori. Continua l’adeguamento “a tappe” del cartello obbligatorio posizionato all’ingresso del cantiere per il rifacimento del chiosco di Porta di Ponte, destinato a essere l’Infopoint più strategico di Agrigento Capitale della Cultura. Una vicenda decisamente “curiosa” per il susseguirsi di sviste in un adempimento che dovrebbe essere eseguito con estrema attenzione, per non incappare in multe da parte dell’Ispettorato del lavoro (?!) o della polizia locale (!?), enti preposti ai controlli in materia di sicurezza sul lavoro. La tabella venne posizionata con ritardo, dopo l’apertura del cantiere solo dopo un articolo di Report Sicilia. Quindi, una volta posizionata la tabella, è andata in scena la pantomima delle date, culminata finalmente con la sistemazione – si spera – definitiva di tutti i dati indispensabili a legittimare il cantiere. Secondo la prima “versione” i lavori sarebbero finiti ai primi di settembre, a pochi giorni dalla fine dell’anno di Agrigento Capitale della Cultura. Troppo, anche per chi non si è accorto di avere stampato una corbelleria. Quindi ci fu la correzione col pennarello nero che però, non risolse i “guai”. Ci fu infatti anche l’ulteriore “svista” dei 182 giorni calcolati per la consegna dei lavori, anche questa coperta solo nelle scorse ore con l’adesivo, visto che l’opera dovrebbe essere ultimata entro questo aprile.
La serie delle “sviste”



I lavori dovrebbero terminare infatti il 30 aprile, salvo imprevisto. Successivamente si dovrà attendere qualche altro giorno per ottenere il via libera all’utilizzo della struttura che dovrà essere dotata di servizi igienici idonei, anche per le persone diversamente abili. Gabinetti che dovrebbero essere posizionati nella parte bassa, dove fino ai giorni scorsi c’era la sede dell’associazione dei Portatori di San Calogero, la cui destinazione logistica al momento pare sia avvolta da parecchie incognite e perplessità. Ma questa è un’altra storia, che certamente vi racconteremo presto.

