Acqua a 3,20 euro nelle aree di servizio: in autostrada scatta la rapina su un bene primario

AGRIGENTO – Pagare 3,20 euro per una bottiglia d’acqua da 1,5 litri è una realtà che ha dell’assurdo, ma è ciò che accade quotidianamente nelle aree di servizio autostradali italiane. Lo dimostra lo scontrino fotografato da un cittadino in viaggio, che ha acquistato una bottiglia di Levissima naturale presso una stazione di servizio sulla A19 Palermo-Catania, all’altezza di Enna, dove il prezzo ha raggiunto livelli oltre ogni logica di mercato.

La bottiglia, facilmente reperibile nei supermercati a 60-70 centesimi di euro, viene venduta a una cifra più che quadruplicata, con un rincaro che sfiora il 433%. Una situazione che grida allo scandalo, soprattutto perché riguarda un bene primario come l’acqua potabile.


Una speculazione indegna su un diritto umano

In un Paese in cui l’acqua è riconosciuta come diritto universale, è inaccettabile che il prezzo lieviti senza alcun controllo nei punti vendita autostradali. In piena crisi idrica in molte aree del Sud Italia – come quella che colpisce proprio la provincia di Agrigento – questa pratica assume contorni ancora più gravi: la sete non può essere un’occasione di profitto sfrenato.

A rendere ancora più inquietante la vicenda è l’assoluta assenza di regolamentazione da parte degli enti preposti. Nessuna autorità di controllo sembra intervenire per impedire quella che, a tutti gli effetti, è una speculazione autorizzata ai danni di automobilisti e famiglie in viaggio.


Dove sono i controlli?

Viene da chiedersi: dove sono le istituzioni? Chi vigila sui prezzi imposti in queste aree commerciali che godono di un regime di semi-monopolio?

In un contesto dove si discute quotidianamente di inflazione e rincari, è inaccettabile che le stazioni di servizio autostradali restino zone franche, dove i prezzi vengono decisi arbitrariamente e senza alcuna trasparenza. Il fatto che ciò avvenga sistematicamente, su tutto il territorio nazionale, rende il fenomeno ancora più grave e strutturato.


La voce del cittadino e l’appello di Report Sicilia

Il caso segnalato non è un’eccezione. Decine di viaggiatori ci scrivono ogni mese per denunciare prezzi fuori controllo nelle aree di sosta: dal caffè a 2,50€, ai panini oltre i 7 euro, fino all’acqua che sfiora i 4 euro.

Report Sicilia lancia un appello al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, alle associazioni dei consumatori e all’Antitrust: è ora di aprire un dossier su quanto accade nelle aree autostradali, di disporre ispezioni e fissare limiti di prezzo per i beni essenziali come l’acqua.


Conclusione

L’acqua non è un lusso. È un diritto, è un bene comune, e deve rimanere accessibile a tutti, anche a chi viaggia su strade a pedaggio. Oggi più che mai, mentre i cittadini fanno sacrifici per affrontare crisi e rincari, è dovere delle istituzioni fermare la speculazione e ristabilire l’equità.

Perché pagare 3,20 euro per bere non è normale, è una rapina legalizzata.

📌 Hai anche tu una segnalazione di prezzi assurdi sulle autostrade? Scrivici, Report Sicilia darà voce alle tue denunce.

Autore