Agrigento Capitale della Cultura senz’acqua: la rabbia degli operatori turistici
Agrigento, proclamata Capitale Italiana della Cultura 2025, si ritrova ancora una volta al centro di un paradosso: mentre si celebrano eventi culturali e si investono milioni in progetti e promozione, nel cuore pulsante della città — la zona della Valle dei Templi — bar, ristoranti e imprese turistiche sono senza acqua.
Colpiti dal disservizio, ormai sistematico, sono il bar-ristorante La Promenade, la pizzeria ristorante La Trizzera, il ristorante Akropolis, il bar Le Cuspidi e la parrucchieria Gaetano. Tutte attività che si trovano costrette a chiamare autobotti private con aggravio di costi, danni e disagi operativi.
A parlare ai nostri microfoni è Gabriella Cucchiara, titolare de La Promenade, situata ai piedi del Parco Archeologico:
“Sono esasperata. È da due anni che subisco disservizi da AICA. Oggi ho dovuto chiamare un’autobotte, con il risultato che il locale si è allagato, non possiamo usare i bagni, non possiamo fare caffè, non possiamo accogliere i clienti come si deve. Questo in piena stagione turistica.”
Il danno economico e d’immagine è incalcolabile. Due mesi fa, dopo innumerevoli segnalazioni, è stato finalmente individuato il problema: una perdita sulla condotta che serve il locale. Ma nessuno è ancora intervenuto per ripararla.
“Ho rifatto l’impianto, speso in idraulici, continuo a comprare acqua a mie spese. Nessuno risponde mai ai numeri di AICA, né in settimana né nei weekend. È una vergogna.”
E intanto i sindaci dell’ATI votano l’aumento delle tariffe idriche.
“Paghiamo bollette esorbitanti per un servizio che non esiste. I sindaci che hanno votato questi aumenti dovrebbero venire a lavorare nei nostri locali per capire cosa significa accogliere turisti senza acqua.”
Cucchiara sottolinea anche l’assenza totale di bagni pubblici, un’altra grave carenza della città.
“I turisti usano i nostri bagni perché la città non offre alternative. Io non mi sono mai permessa di farli pagare, ma è inaccettabile che nel 2025 non esistano servizi pubblici adeguati in una città che si proclama capitale.”
Già in passato, la titolare aveva dovuto chiudere durante il Mandorlo in Fiore e Ferragosto per la mancanza d’acqua. Il sindaco, all’epoca, rispose che “dal contatore in poi è un problema suo”.
“Ci ha scaricato addosso ogni responsabilità. Ma noi paghiamo le tasse, paghiamo le bollette e lavoriamo per questa città. Chi ci tutela?”
Il suo appello è chiaro e diretto:
“Chiedo risposte. Voglio sapere come dobbiamo affrontare la stagione estiva del 2025. Non possiamo continuare così. La gente è esasperata, e le attività commerciali non possono essere trattate come un bancomat da spremere.”
Agrigento, Capitale della Cultura solo sulla carta, continua a tradire le sue imprese e i suoi cittadini. La cultura non può fiorire dove manca l’acqua — bene essenziale per vivere e lavorare — e dove le istituzioni restano sorde al grido di chi tiene in piedi l’economia locale.






