Devozione pura, curiosità macabra o spettacolarizzazione evitabile? Lecito porsi qualche domanda nelle ore della esposizione pubblica del corpo del giudice Rosario Livatino, ucciso nel 1990 dalla mafia, beatificato nel 2021 da Papa Francesco, con la salma “sradicata” dalla tomba di famiglia nel cimitero di Canicattì e “traslocata” nella chiesa di Santa Chiara nella stessa città dell’Uva Italia. Da un lato ci sono coloro i quali sostengono la decisione della Chiesa di esporre il corpo del magistrato, sottoposto ad adeguati trattamenti soprattutto al volto, con tanto di maschera al silicone. Una decisione dettata probabilmente dalla volontà di stimolare tutti – anche i più distanti dalla fede – a toccare quasi con mano cosa voglia dire credere, fino all’estremo sacrificio della propria vita. Come fatto con Padre Pio, con il prossimo beato Carlo Acutis, ormai è usanza esporre i corpi di chi ha creduto davvero, stimolando l’effetto “wow” tra credenti e no. Ma non è un coro di approvazione, anzi. Soprattutto sui social serpeggia una corposa frangia di persone che non approvano l’esposizione della salma, ritenendola una scelta che non sarebbe stata condivisa dal diretto interessato – Livatino – il quale nella propria esistenza tutto era, tranne che amante della ribalta, delle esposizioni, dello show in piazza. Scene poco edificanti si sono viste ieri, con alcuni intenti a ridere a ridosso della teca, altri a farsi selfie a distanza più o meno ravvicinata. Inutile spendere altre parole. Già al momento della traslazione della salma dalla cappella di famiglia alla chiesa di Santa Chiara ci furono molte prese di posizione critiche, in particolare da parte di parenti del magistrato, su tutti Enzo Gallo, presidente dell’associazione Amici del giudice Livatino. Per fortuna l’esposizione della salma avverrà solo in tre date dell’anno e non sarà permanente. Chi vorrà potrà accostarsi in preghiera nel luogo all’interno della parrocchia dove è stata posta la sepoltura del beato, martire della mafia. Preghiera, semplice preghiera. Rosario Livatino ne sarà lieto. Per la cronaca, Report Sicilia pubblica a corredo di questo articolo una foto “classica”, reale, senza trattamenti al silicone, del magistrato.

