“Pace e cooperazione tra i popoli. Quale futuro per i nostri giovani” è il titolo del recente incontro svoltosi in via Crociferi a Catania, nella sede della CGIL
Promosso dalla FILCAMS CGIL Area Metropolitana di Catania, l’evento, di forte impatto emotivo e intensità politica, ha visto la partecipazione della consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle Gianina Ciancio, di Franco Faro per Amnesty International, di Salvo Spagano del PD  e dello storico Rosario Mangiameli
E ancora, Dario Pruiti per ARCI Catania, Gianandrea Paderni per Emergency, Maria Palazzolo per Europa Verde, Franz Pisa dell’UDU, Fabio Roccuzzo, sindaco di Caltagirone, città gemellata con Betlemme e Giolì Vindigni per Sinistra Italiana.
Ad aprire i lavori, il segretario generale della FILCAMS CGIL di Catania, Davide Foti, che ha subito messo in chiaro la posizione politica ed etica del sindacato.
“Palestina, Ucraina, Siria e decine di altre guerre – ha affermato – ci raccontano come chi professa democrazia e libertà sia spesso profeta di morte e dolore”.
“Non esistono vittime di serie a o di serie b – ha aggiunto – ma semplicemente vite spezzate da una guerra che non dovrebbe mai essere considerata strumento di pace”.
“L’Università di Catania – ha sottolineato – ha rifiutato di concedere patrocinio e spazi per la nostra iniziativa: si tratta di una scelta grave e deludente”.
“Attraversiamo un momento storico – ha osservato Carmelo De Caudo, segretario della CGIL etnea – in cui parlare di pace e cooperazione tra i popoli non è un esercizio astratto, bensì un’esigenza morale, politica e civile: ciò che sta accadendo in Palestina, nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania pone a tutti degli interrogativi e non possiamo girare la testa dall’altra parte mentre si consuma una delle più grandi emergenze umanitarie del nostro tempo”. 

Una sistematica violazione dei diritti umani – ha detto – che colpisce la popolazione civile e che utilizza la fame e la sete come armi da guerra: il governo israeliano non si fermerà se non viene fermato”. 
“Da Catania – ha proseguito – diciamo cessate il fuoco immediato, fine dell’assedio e riconoscimento dello Stato di Palestina: la pace non è utopia, è una scelta, oggi più che mai necessaria”. 
“Miriamo al riconoscimento dello Stato di Palestina – ha affermato Abeer Odeh, ambasciatrice palestinese in Italia – ma questa iniziativa è stata realizzata per dare un’idea al mondo dello sterminio e del genocidio dell’esercito israeliano contro la popolazione, privata di acqua, cibo e aiuti umanitari”.
“Lo Stato italiano  – ha concluso – deve impedire di portare avanti il massacro e incentivare, invece, gli aiuti umanitari sul territorio”. 

 

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