“Le aggressioni al carcere di Trapani non si contano più: è di oggi l’ennesimo fatto che, ancora una volta, mette in risalto le impossibili condizioni di lavoro del personale della Polizia Penitenziaria“: ad affermarlo sono le sigle sindacali SAPPE, OSAPP, UILPA PolPen, USPP e FNS CISL che, attraverso i rispettivi segretari Gaspare D’Aguanno, Nicola Vassallo, Ignazio Carini, Arcangelo Poma e Antonio Ficara commentano quanto accaduto nella giornata di martedì 13 maggio alla Casa Circondariale “Pietro Cerulli”. 
“I nostri segretari regionali – spiegano gli esponenti delle sigle sindacali – hanno detto a chiare lettere, sia al Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia Carlo Nordio che al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria in Sicilia, che le aggressioni stanno superando i limiti di guardia”. 

IL TERRIBILE “PRIMATO” DI TRAPANI 

L’agente di Polizia Penitenziaria in servizio al carcere “Pietro Cerulli” è stato aggredito da un detenuto mentre era impegnato a effettuare la consueta battitura delle inferriate.
Colpito con violenza, è stato trasportato d’urgenza in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Antonio Abate con sospetto trauma cranico.
I medici hanno diagnosticato anche una ferita in prossimità di un occhio che ha reso necessari diversi punti di sutura.
Un episodio increscioso, solo l’ultimo di una lunga serie di violenze e aggressioni verificatesi a Trapani. 
“Siamo certi di potere vantare un terribile primato – affermano Gaspare D’Aguanno, Nicola Vassallo, Ignazio Carini, Arcangelo Poma e Antonio Ficara – anche in considerazione del fatto che a Trapani mancano quindici ispettori, venti sovrintendenti e cinquanta agenti: non c’è un direttore titolare, la struttura è fatiscente e priva del reparto isolamento, con una percentuale altissima di detenuti affetti da acclarati problemi psichiatrici”. 
“Auguriamo pronta guarigione al collega ferito – concludono i sindacalisti – e chiediamo all’Amministrazione regionale di trasferire immediatamente i ristretti che mettono a repentaglio l’incolumità fisica dei lavoratori”. 

VIOLENZA SENZA FINE ANCHE A CATANIA 

Violenza senza fine nel carcere catanese di Piazza Lanza.
Nella serata di lunedì 12 maggio, un giovane agente è stato aggredito per futili motivi da un detenuto di origini straniere ma siciliano d’adozione.
Il ristretto ha sferrato con estrema violenza pugni e calci al poliziotto che ha riportato un trauma cranico, punti di sutura al cuoio capelluto e un serio trauma alle costole. 
Trasportato d’urgenza in ospedale, è stato giudicato guaribile in un mese. 
Lo ha denunciato il SAPPE, chiedendo lo stato d’emergenza. 

A ENNA UN DETENUTO FUGGE DAL CARCERE “LUIGI BODENZA” 

Sarebbe riuscito a fuggire dall’area passeggio facendo perdere le sue tracce. 
Così un detenuto senegalese è evaso dal carcere “Luigi Bodenza” di Enna. 
La sua fuga, però, è durata appena un’ora e mezza: la Polizia Penitenziaria, infatti, non appena accortasi che il recluso non era tra i ristetti rientrati nelle celle, ha dato immediatamente l’allarme circondando l’area della casa circondariale e barrando ogni possibile via di fuga. 
Sono stati controllati anche i passeggeri degli autobus in partenza da Enna. 
L’uomo è stato acciuffato mentre tentava di superare l’ultima recinzione prima di accedere alla libertà. 

RIVOLTA AL “MALASPINA” DI CALTANISSETTA: DANNI ALLA STRUTTURA

Nella giornata di sabato 10 maggio, una protesta è scoppiata all’interno del carcere nisseno “Malaspina”. 
La causa: un provvedimento disciplinare emesso nei confronti di un detenuto. 
Un altro episodio che racconta il clima di tensione negli istituti penitenziari siciliani e “che evidenzia ancora una volta – hanno sottolineato i sindacati SAPPE, OSAPP, UILPA PolPen, USPP e FNS CISL – l’inadeguatezza e la fragilità di una struttura che non consente al personale di Polizia Penitenziaria di operare in assoluta sicurezza”.
Con prontezza e fermezza, gli agenti hanno riportato la situazione alla normalità: nessuna conseguenza per il personale e i detenuti ma diverse strutture sono state danneggiate tra barricate, arredi distrutti e atti incendiari. 

 

 

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