AGRIGENTO – A distanza di poche ore dal crollo di un tratto di strada e di un muro all’interno dell’ex ospedale di via Atenea, emergono nuovi elementi inquietanti che gettano ombre pesanti sulla gestione del cantiere.
Secondo quanto accertato da Report Sicilia attraverso un’attenta analisi documentale e fotografica, il cedimento non sarebbe attribuibile a cause naturali – come la pioggia o il vento – ma a una scelta tecnica azzardata, potenzialmente gravissima, operata durante le recenti operazioni di scavo.
Le immagini in nostro possesso mostrano un escavatore intento a lavorare in un’area in cui è stato completamente rimosso il terreno alla base del muro crollato. In particolare, si evidenzia come sia stato eliminato il piede di sostegno del muro perimetrale, probabilmente per collocare vasche o impianti interrati. Una decisione che, in qualsiasi manuale di ingegneria e buona prassi costruttiva, rappresenta un errore da evitare con assoluto rigore.
Questa manovra avrebbe reso instabile l’intera struttura muraria, causando il collasso nel punto esatto dove era stato eseguito lo scavo. In nessuna delle immagini risultano visibili opere provvisionali di contrasto, né paratie, né puntellamenti strutturali per garantire la sicurezza dell’area.
La redazione ha posto una serie di domande pubbliche alle autorità competenti, affinché si faccia chiarezza su responsabilità tecniche e amministrative:
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Chi ha firmato il progetto degli scavi?
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È stata redatta una relazione geotecnica?
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Il direttore dei lavori ha autorizzato o verificato il taglio del piede di fondazione?
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Il cantiere era sottoposto a vigilanza da parte del Comune e degli enti preposti alla tutela del patrimonio edilizio?
L’impressione è che si sia agito con una superficialità tecnica inaccettabile, e che il crollo fosse un evento tutt’altro che imprevedibile.
Report Sicilia ha già inoltrato la documentazione raccolta – incluse le immagini scattate prima del cedimento – alla Prefettura, alla Procura della Repubblica e agli Ordini professionali di riferimento. Un simile episodio, che fortunatamente non ha causato feriti, avrebbe potuto trasformarsi in tragedia in una zona frequentata da residenti e lavoratori.
I cittadini agrigentini hanno diritto di sapere chi ha autorizzato e chi ha diretto quei lavori, e soprattutto, se sono state rispettate tutte le norme previste per garantire la sicurezza.
Continueremo a seguire l’inchiesta e a informare con trasparenza su ogni sviluppo.

