AGRIGENTO – Quello che era stato etichettato come complottismo, esagerazione o semplice provocazione oggi è diventato cronaca giudiziaria. Il sistema di potere che ha gestito per anni la filiera dell’acqua in provincia di Agrigento è sotto inchiesta. E questa mattina è scattato un blitz della Polizia di Stato nella sede dell’AICA, con il sequestro di documenti e dispositivi legati all’appalto da oltre 37 milioni di euro per la rete idrica agrigentina.

L’operazione si è concentrata sull’ufficio del direttore tecnico Fiorino, mentre l’intero piano della sede è stato sigillato. Al momento nessuna traccia del presidente Settimio Cantone e del direttore generale Claudio Guarneri, che risultano assenti.

Ma c’è chi questa storia l’aveva raccontata molto prima che arrivassero le manette.

Giuseppe Di Rosa e il “Sistema Agrigento”

Giuseppe Di Rosa, oggi giornalista e editore di Report Sicilia, ma da sempre attivista civico contro gli abusi nel settore pubblico, aveva già denunciato tutto anni fa. Durante una trasmissione radiofonica su Radio Vela, condotta da Riccardo Gaz, Di Rosa aveva parlato senza filtri di un “Sistema Agrigento”, fatto di comitati d’affari, assegnazioni pilotate, incarichi distribuiti tra amici di partito e favori trasversali.

L’intervista, trasmessa in diretta telefonica, aveva lasciato lo stesso conduttore visibilmente scettico e perplesso. Oggi, alla luce dei sequestri, degli indagati e del contenuto del decreto di perquisizione della Procura, quelle parole risuonano come profetiche.

«Era tutto chiaro – dice oggi Di Rosa – Bastava leggere gli atti, studiare i bandi, guardare chi vinceva. Ma chi parlava veniva deriso. Ora i magistrati stanno dicendo quello che noi diciamo da anni: questa città è nelle mani di una minoranza politica e imprenditoriale che agisce come un cartello di interessi, sulla pelle dei cittadini.»

Nel frattempo, tra gli indagati spicca il nome di Giovanni Campagna, attuale segretario particolare dell’ex assessore regionale all’Acqua e Rifiuti Roberto Di Mauro, un legame che getta un’ombra anche sulle politiche regionali recenti in materia idrica.

Campagna è indagato per aver preso parte, insieme a Giuseppe Capizzi e Sebastiano Alesci, a un meccanismo accusato di aver truccato la gara da oltre 37 milioni di euro per la ristrutturazione della rete idrica di Agrigento, attraverso il consorzio “Della”. Secondo la Procura, la gara sarebbe stata pilotata mediante un’offerta economicamente irrealizzabile, subappalti di fatto non autorizzati, ritardi intenzionali nell’avvio dei lavori e totale assenza di organizzazione di cantiere, finalizzati a ottenere l’erogazione della prima tranche di finanziamento pubblico, predisponendosi anche a una frode in pubbliche forniture.

Si ipotizza inoltre la turbativa d’asta e l’abuso d’ufficio, con il concorso di pubblici funzionari compiacenti. L’intera operazione, secondo gli inquirenti, faceva parte di un più ampio disegno criminoso volto a controllare appalti, risorse e incarichi pubblici su scala provinciale.

Ascolta l’intervista storica

Report Sicilia pubblica oggi integralmente l’intervista telefonica di Giuseppe Di Rosa a Radio Vela, affinché ogni cittadino possa farsi un’idea chiara su chi ha visto lungo e chi, invece, ha preferito ignorare. E magari anche Riccardo Gaz – che all’epoca appariva incredulo – oggi avrà cambiato idea.

Ora basta silenzi

Nel silenzio delle istituzioni locali, nella totale assenza di risposte da parte dell’AICA, del Comune di Agrigento e della politica regionale, restano le indagini, i sigilli e la sete dei cittadini.

Ma resta anche la voce di chi ha avuto il coraggio di denunciare, quando tutti tacevano.

Autore