PALERMO – Il TAR di Palermo ha accolto il ricorso presentato da una giovane funzionaria amministrativa agrigentina, madre di un bambino di meno di tre anni, ordinando al Ministero della Giustizia l’assegnazione temporanea della dipendente presso una sede di servizio nella provincia di Agrigento, per consentirle il ricongiungimento familiare.

La vicenda nasce con l’istanza presentata dalla lavoratrice ai sensi dell’art. 42 bis del Decreto Legislativo n.151/2001, che prevede misure di tutela per i genitori con figli minori di tre anni. In particolare, la norma consente il trasferimento temporaneo del dipendente pubblico presso una sede più vicina al luogo di residenza del figlio, compatibilmente con le esigenze dell’amministrazione.

Il Ministero della Giustizia, tuttavia, aveva rigettato la richiesta, sostenendo l’assenza, ad Agrigento, di posti vacanti compatibili con il profilo professionale della lavoratrice.

A quel punto, la funzionaria – con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia – ha proposto ricorso d’urgenza al Tribunale del Lavoro di Palermo.

Gli avvocati hanno sostenuto che la normativa richiede unicamente l’esistenza di un posto vacante e disponibile con posizione retributiva corrispondente, e non necessariamente dello stesso incarico o mansione della sede di provenienza.

Il TAR ha accolto integralmente il ricorso, ordinando al Ministero il trasferimento della dipendente ad Agrigento e condannandolo al pagamento delle spese legali.

Nelle motivazioni, il Tribunale ha chiarito che:

“La normativa vigente, proprio al fine di agevolare il più possibile il ricongiungimento familiare in presenza di figli minori sino a tre anni di età, non limita l’assegnazione temporanea ai casi in cui vi siano posti vacanti della stessa qualifica professionale, ma la consente ogniqualvolta vi sia un posto vacante e disponibile di corrispondente posizione retributiva, senza costi aggiuntivi per l’amministrazione”.

In esecuzione dell’ordinanza, il Ministero ha assegnato la lavoratrice a una sede ad Agrigento, consentendole così di riunirsi con il marito e il figlio.

Una sentenza che fa giurisprudenza e rappresenta un importante precedente per tanti genitori lavoratori che chiedono semplicemente di esercitare un diritto costituzionalmente garantito: quello alla famiglia.

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