Scandalo AICA, la vergogna dei sindaci: ecco chi sono i veri proprietari dell’acqua che non arriva

AGRIGENTO – Tangenti, appalti pilotati, disservizi e rincari. L’AICA è al centro di un terremoto giudiziario che ha travolto la fiducia dei cittadini. Eppure, i sindaci – veri proprietari della società – continuano a tacere, come se non fossero loro a decidere, gestire, deliberare.

L’acqua è pubblica, ma è ostaggio della politica. I Comuni detengono il 100% delle quote della società consortile AICA, ma nessuno ha avuto il coraggio di dissociarsi, denunciare, sostenere l’azione della Procura. Solo silenzio. Un silenzio che sa di connivenza o quantomeno di vergognosa complicità.

Giuseppe Di Rosa, componente della Consulta delle Associazioni in AICA, aveva denunciato tutto nell’ultima assemblea, prima ancora che scoppiasse lo scandalo. Il suo intervento – che pubblichiamo in fondo all’articolo – è oggi più che mai attuale.

Ma chi sono, davvero, i proprietari dell’acqua? Ecco l’elenco integrale con le quote di partecipazione e le relative percentuali, come da documentazione ufficiale AICA:

Comune Quota (€) % su Totale
Agrigento 3.008,40 15,38%
Sciacca 2.050,00 10,48%
Licata 1.854,20 9,48%
Canicattì 1.812,40 9,26%
Favara 1.654,00 8,45%
Palma di Montechiaro 1.125,80 5,75%
Ribera 942,80 4,82%
Porto Empedocle 838,60 4,28%
Raffadali 652,20 3,33%
Ravanusa 573,80 2,93%
Campobello di Licata 493,40 2,52%
Aragona 478,00 2,44%
Racalmuto 407,80 2,09%
Casteltermini 400,60 2,05%
San Giovanni Gemini 407,00 2,08%
Naro 381,40 1,95%
Sambuca di Sicilia 294,60 1,51%
Grotte 283,40 1,45%
Realmonte 230,40 1,18%
Siculiana 222,20 1,14%
Cattolica Eraclea 181,40 0,93%
Caltabellotta 177,80 0,91%
San Biagio Platani 159,40 0,81%
Montevago 147,80 0,76%
Castrofilippo 142,80 0,73%
Montallegro 128,20 0,66%
Santa Elisabetta 117,60 0,60%
Lucca Sicula 91,20 0,47%
Villafranca Sicula 71,60 0,37%
Calamonaci 65,60 0,34%
Sant’Angelo Muxaro 63,60 0,33%
Joppolo Giancaxio 59,40 0,30%
Comitini 47,00 0,24%

TOTALE QUOTE: €19.557,00
TOTALE %: 100,00%

Una gestione collettiva. Ma nessuna assunzione di responsabilità.

Il fallimento della gestione pubblica

Mentre l’acqua non arriva nei rubinetti e i cittadini vengono costretti a pagare autobotti private, le tariffe aumentano, i finanziamenti vengono persi e il sistema idrico collassa. Dal 2021 a oggi oltre 60 milioni di euro in fondi pubblici sono andati persi per incapacità progettuale.

La gestione pubblica doveva essere il riscatto dopo Girgenti Acque. È diventata invece un carrozzone di potere, un contenitore di clientele, una struttura amministrativa gestita in funzione di equilibri politici e non del servizio ai cittadini.

Il silenzio dei sindaci è la prova del fallimento

Chi ha fallito, oggi tace. E anzi approva aumenti di tariffa (+5,4%), sostenendo che “è per evitare il dissesto dei Comuni”. Ma la verità è un’altra: i Comuni sono anche i debitori di AICA, e per non far saltare il banco si caricano i costi sulle bollette dei cittadini.

Non un solo sindaco ha detto la verità. Non uno ha ammesso che la gestione pubblica, in queste condizioni, è un fallimento.

🎥 GUARDA IL VIDEO – L’intervento integrale di Giuseppe Di Rosa all’assemblea AICA, che aveva previsto tutto.

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