Il referendum abrogativo su lavoro e cittadinanza entra nel vivo e nella mattina del 20 maggio il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, è intervenuto in piazza Umberto a Paternò per parlare con la stampa delle ragioni del sì riguardanti lo stop ai licenziamenti illegittimi, le maggiori tutele nelle piccole imprese, la lotta al lavoro precario, una maggiore sicurezza sul lavoro e l’acquisizione della cittadinanza italiana.
Presenti all’evento anche il segretario regionale Alfio Mannino e quello di Catania Carmelo De Caudo, oltre a una folta delegazione di iscritti al sindacato.
Maurizio Landini ha sottolineato che il referendum mira a fare fuori le leggi sbagliate dell’ultimo quarto di secolo, evidenziando la necessità di combattere l’astensionismo, soprattutto per contrastare il precariato.
“Questo referendum cancella le leggi sbagliate fatte in questi ultimi venticinque anni con un effetto immediato – ha detto il leader della CGIL  – e, se raggiungiamo il quorum il prossimo 10 giugno, ci saranno milioni di persone che avranno dei diritti e delle tutele che oggi non hanno: parliamo di lavoratori di piccole e medie imprese, di ripristinare l’articolo 18, di cancellare la precarietà, di salute e sicurezza in luoghi di lavoro mettendo in discussione la logica del subappalto a cascata e del diritto di cittadinanza per milioni di persone”.
“Per i giovani – ha aggiunto – c’è una precarietà senza precedenti a causa della quale devono andare via dal nostro Paese:  man mano che la gente conosce questo referendum aumenta il numero di persone che vuole andare a votare, anche se l’Agcom dice che poche persone vogliono andare a votare e sarebbe necessario che tutti gli organi di informazione dicano che c’è il referendum”.
“Lo scorso 25 aprile a Genova – ha osservato Maurizio Landini – il presidente Sergio Mattarella ci ha ricordato che la partecipazione politica è la condizione necessaria affinché un paese sia democratico e libero invitando tutti a superare l’astensionismo”.
Secondo il sindacato, il modello imprenditoriale attualmente in vigore non mette al centro i lavoratori, ma mira solo a realizzare un numero sempre maggiore di profitti e anche i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono a rischio.
Infine, il diritto di voto deve essere esteso a tutti.
“Le leggi devono mettere al centro la persona, non la libertà del mercato – ha proseguito Maurizio Landini – e il modello di  impresa che si è affermato in questi anni è sbagliato a causa del subappalto, con le finte cooperative e la precarietà si è affermata solo la volontà di fare soldi: le persone sono viste come merce, per via di leggi fatte dai diversi governi che si sono succeduti”.
“Stanno facendo una cosa – ha ribadito il segretario generale – che è un modo per cacciare via dei soldi perché non va a vantaggio del paese: si corre il rischio che i soldi messi a disposizione dall’Europa non siamo in grado di spenderli e ci hanno chiesto che bisogna rivedere 14 miliardi per cambiare programmi e progetti; ricordiamo che anche quelli  stati assunti grazie ai progetti del PNRR sono precari e c’è il rischio di disperdere le qualifiche”.
“Inoltre Mediobanca – ha sottolineato – dice che le imprese hanno fatto 132 miliardi di utili, stanno calando i salari e l’80 % di questi profitti non è stato reinvestito, ma suddiviso tra gli azionisti: ciò ha determinato le speculazioni finanziarie e non è giusto che un lavoratore dipendente paghi più tasse sul suo stipendio di quello che paga il datore di lavoro sui profitti che gli fa fare il dipendente sul suo reddito”.
“Uno dei più grandi processi contro la ‘ndrangheta è stato fatto a Reggio Emilia – ha osservato Maurizio Landini – perché i subappalti sono un’autostrada alla malavita organizzata: inoltre, se vogliamo integrare le persone dobbiamo dare loro il diritto di votare, perché è un elemento di civiltà”.
“Noi siamo anche un paese che sta invecchiando e che sta registrando  sempre meno nascite – ha concluso –  e se andiamo avanti così, noi nei prossimi dieci anni, saremo 7-8 milioni di persone in meno con un sistema sanitario che così non può reggere:  sono più i giovani italiani che vanno via dal paese rispetto agli stranieri che vengono in Italia, quindi a chi dice che bisogna chiudere i porti dico che invece dobbiamo chiudere gli aeroporti, perché portare i nostri giovani a usare le loro intelligenze in altri paesi non è patriottismo, è stupidità”.

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