Appalti truccati, arresti e potere perpetuo: Agrigento e il sistema che non muore mai

AGRIGENTO – Trentatré anni dopo il crollo della giunta comunale guidata da Roberto Di Mauro, travolta nel 1992 dall’inchiesta sugli appalti truccati, Agrigento si risveglia ancora intrappolata nello stesso identico sistema. Cambiano le sigle, le formule, le carte. Ma i nomi e i metodi restano.

Secondo gli atti della Procura, anche nel 2025 si parla senza mezzi termini di “appalti truccati” e “appalti senza gara”. Le vecchie “somme urgenze” di allora hanno lasciato spazio alle “pulizie straordinarie”, agli “affidamenti diretti su piattaforme MEPA”, e a procedure fuori appalto usate sistematicamente per assegnare lavori a soggetti politicamente vicini al potere.

Al centro di questo schema opaco, ancora una volta, il gruppo politico che fa riferimento a Roberto Di Mauro, oggi regista esterno ma potentissimo della giunta Miccichè.

Gaetano Di Giovanni, dirigente del sistema Di Mauro: condannato e agli arresti domiciliari

Il volto simbolo di questo sistema è Gaetano Di Giovanni, già capo di gabinetto del sindaco Miccichè, già comandante della Polizia Locale, e da sempre dirigente di punta del cerchio politico-amministrativo che ruota attorno a Di Mauro.

Condannato in primo grado a 4 anni e 8 mesi di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici, è attualmente agli arresti domiciliari da oltre un anno. La sua vicenda giudiziaria è emblematica: un uomo che per anni ha avuto pieno controllo su gare, determine, affidamenti e personale, che ha gestito con disinvoltura i gangli vitali dell’apparato comunale, oggi fermato da una sentenza che fotografa con precisione chirurgica il modus operandi del “Sistema Agrigento”.

Ma il sistema – quello vero – non si è mai fermato. Anzi, continua a operare attraverso altri uomini fidati, altre firme, altri silenzi.

Affidamenti diretti, servizi mai resi, milioni fuori controllo

Il contratto prorogato più volte “illegittimamente” da chi amministra oggi, prevede un 30% di prestazioni aggiuntive già pagate, ma mai realmente eseguite. Invece di far valere le penali, il Comune elargisce nuovi fondi per “pulizie straordinarie”, con determine che aggirano l’appalto originario e che servono – di fatto – a mantenere una rendita garantita a pochi soggetti selezionati.

Gli stessi che, oggi come allora, sono vicini al potere politico dominante.


Conclusione

L’arresto di Gaetano Di Giovanni non ha smantellato il sistema, ha solo mostrato quanto sia profondo, ramificato e resistente. Il “Sistema Di Mauro” non è un ricordo del passato, ma una realtà attuale, operativa e ben protetta.

Report Sicilia continuerà a vigilare e a denunciare. Perché Agrigento merita una pubblica amministrazione libera, trasparente, e finalmente svincolata dalle catene di chi ha usato il potere solo per sé stesso e per i propri fedelissimi.

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