Campagna è in servizio, ma senza misure:

La Vardera parla, ma non propone. L’attacco è solo propaganda.

PALERMO – Il caso di Giovanni Campagna, attuale capo della segreteria particolare dell’Assessorato regionale all’Energia, agita il dibattito politico. Campagna, coinvolto come indagato nell’inchiesta sugli appalti truccati nella provincia di Agrigento, non è stato arrestato, non è stato interdetto, non è sospeso dal servizio. Eppure, il deputato regionale Ismaele La Vardera ha chiesto pubblicamente la sua sospensione, dimenticando – forse con troppa fretta – i limiti imposti dalla legge.

Infatti, Campagna è sì un dipendente regionale in aspettativa non retribuita dal gruppo parlamentare “Popolari e Autonomisti”, ma è anche titolare di un contratto regolarmente stipulato il 1° marzo 2023 con l’Assessorato regionale all’Energia, che gli ha affidato il ruolo di responsabile della segreteria particolare. Incarico operativo, pubblico, istituzionale. decreto e contratto dott Giovanni Campagna

Nessuna misura cautelare: il diritto prima di tutto

È bene ribadirlo con chiarezza: Campagna è solo indagato, non è destinatario di alcuna misura limitativa della libertà personale o lavorativa. Nessun arresto, nessuna sospensione imposta, nessuna interdizione. Le indagini in corso, come quelle su tanti altri soggetti, sono ancora nella fase iniziale. E la Costituzione parla chiaro: la colpevolezza si accerta in tribunale, non sui social.

La legge consente, non impone

La normativa regionale prevede che, solo in casi gravi e se ritenuto opportuno, un dipendente possa essere sospeso cautelativamente dal servizio con proposta del dirigente della Funzione Pubblica e decreto del Presidente della Regione. Ma nel caso di Campagna, nessuno ha attivato questa procedura. Non il dirigente, non il Presidente, e nemmeno La Vardera, che oggi chiede pubblicamente ciò che lui stesso avrebbe potuto formalizzare per via istituzionale, se davvero lo riteneva urgente.

Politica e giustizia: ruoli diversi

Quella di La Vardera sembra più un’uscita propagandistica che una reale proposta politica. Una dichiarazione pensata per attirare attenzione, ma priva di seguito concreto. Un modo per cavalcare l’onda giudiziaria senza prendersi la responsabilità di proporre formalmente ciò che ora invoca a gran voce.

I garantisti veri parlano con i fatti

Chi difende davvero la legalità sa bene che la giustizia si esercita con prudenza, non con condanne anticipate. Fino a quando non vi sarà una misura restrittiva o un atto ufficiale che accerti la responsabilità di Campagna, la sua posizione è regolare sotto ogni profilo.
La Regione, se vorrà, potrà attivare le procedure previste. Ma nessuno può imporle finché non vi sono condizioni oggettive o decisioni giurisdizionali.

Conclusione

Il rispetto delle regole vale per tutti: per chi amministra, per chi lavora e anche per chi fa opposizione.
Giovanni Campagna è indagato, ma non è colpevole. È in servizio perché la legge glielo consente. Se davvero La Vardera vuole una sospensione, proponga un atto. Altrimenti, è solo rumore.

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