Porto Empedocle si conferma, suo malgrado, cimitero industriale. Dopo l’epilogo dell’epopea Montedison, dopo la recente chiusura dello stabilimento Italcementi, basta fare due passi all’ingresso della città per accorgersi di come anche il polo produttivo del gruppo creato dall’indimenticato imprenditore Salvatore Moncada abbia abbassato la saracinesca. L’area che all’inizio degli anni 2000 fu acquisita dalla Moncada Energy, sobbarcandosi una straordinaria opera di bonifica, recupero e rilancio della stessa, creando un maestoso polo per la produzione di pale eoliche e annessi, è stata lasciata al Comune, dallo stesso gruppo. Gruppo che da quasi due anni ormai ha trasferito tutto, personale in primis, in quel di Campofranco. Hanno portato via tutto, compresa l’insegna all’ingresso della zona industriale, accanto la caserma dei carabinieri. A Porto Empedocle è rimasta l’area, con alcuni “avanzi” di attrezzature, nell’enorme spazio a ridosso del palazzetto dello Sport, creato da Moncada e intitolatogli dai figli dopo la scomparsa di quasi tre anni fa. Del sogno di Totò Moncada a Porto Empedocle è rimasto solo il basket, sul fronte prettamente industriale l’azienda ha deciso di spostare altrove il proprio campobase. Tutta colpa della crisi del settore eolico, ma anche di un incredibile contenzioso instauratosi anni fa col Comune empedoclino, sulla questione della gestione dell’area e sul canone di utilizzo dei fabbricati.

La maledizione su un’area di grande valore

Il Comune accusò i Moncada di non pagare, accuse alle quali gli imprenditori hanno sempre risposto a tono. Un contenzioso che portò il Comune a chiedere addirittura ai Moncada di smontare pure gli infissi delle strutture, dopo avere ottenuto il diritto di transito nell’area. E i Moncada non solo hanno smontato gli infissi, ma dopo essersi tolti parecchi sassolini dalle scarpe e non rinnovato la convenzione,  hanno deciso di sloggiare, chiudendo una delle poche attività produttive della zona. Il tutto, al netto delle ridotte forze impegnate nello stabilimento. Un dato questo che portò il sindaco Calogero Martello a criticare fortemente gli imprenditori agrigentini, accusandoli di non utilizzare maestranze del luogo. Un botta e risposta che finì in Tribunale e che a oggi ha prodotto questi risultati: una nuova area industriale abbandonata, utilizzata da nessuno, sempre più soggetta al degrado, dando un pessimo spettacolo a chi vi transita nei paraggi. Come se una maledizione si fosse abbattuta su questa enorme area che per decenni ha dato lavoro a migliaia di persone, ma che nell’ultimo quarantennio ha simboleggiato le difficoltà di fare impresa e creare benessere in questa terra. E non è un caso, forse, che dinanzi l’ex area Montedison ed ex area Moncada, qualche “genio” ha deciso di depositare 60 mila metri quadrati di fanghiglia dragata dal porto di Trapani, con modalità ritenute illecite dalla Procura di Agrigento. Ma questa è un’altra storia triste. 

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