Depuratori nel caos: solo 17 su 53 funzionano. I Carabinieri svelano il disastro ambientale della provincia di Agrigento

AGRIGENTO – Un dossier che fotografa una situazione drammatica. Il monitoraggio effettuato dai Carabinieri del Centro Anticrimine Natura di Agrigento, in collaborazione con il Comando Provinciale, ha rivelato il fallimento strutturale del sistema di depurazione delle acque reflue in gran parte del territorio agrigentino.

Lo studio, condotto alla luce delle competenze ambientali dell’Arma, analizza in dettaglio lo stato di salute dei 53 impianti di depurazione presenti nella provincia, evidenziando criticità gravi e diffuse, con ripercussioni dirette sull’ambiente, sulla salute pubblica e sull’economia turistica locale.

I numeri dell’emergenza: 11 impianti abbandonati, 7 Comuni senza alcun depuratore

Il quadro emerso è allarmante:

  • Solo 17 impianti risultano pienamente funzionanti;

  • 25 presentano criticità strutturali o gestionali di vario livello;

  • 11 impianti sono totalmente inefficaci o addirittura abbandonati;

  • 7 aree urbane sono completamente sprovviste di impianti di depurazione.

Questi dati confermano una gestione fallimentare del sistema idrico integrato, che nonostante la centralizzazione sotto l’A.I.C.A. – Azienda Idrica Comuni Agrigentini, continua a mostrare ritardi cronici, scarsa manutenzione e progetti rimasti sulla carta.

Vetustà e inerzia: un sistema che minaccia ambiente e salute

La rete fognaria e depurativa si presenta vetusta, frammentata e inefficiente, incapace di far fronte alle esigenze di un territorio fragile ma ricco di storia, natura e potenziale turistico. Lo studio dei Carabinieri sottolinea come la condizione di molti impianti, collocati in aree paesaggistiche di pregio, rappresenti una minaccia concreta per la salute pubblica e l’equilibrio ambientale.

L’intervento è stato inviato anche all’Ufficio Territoriale di Governo, che dovrà ora coordinare le amministrazioni locali per predisporre azioni correttive urgenti, a fronte di una situazione definita “inaccettabile” sul piano della sostenibilità e della legalità.

Chi interviene adesso?

A fronte di questo scenario, la domanda è inevitabile: chi interviene, quando e con quali risorse? I cittadini da anni denunciano sversamenti fognari, mare inquinato e odori insopportabili, specie nelle zone balneari e nei pressi dei centri abitati. Ma a fronte di segnalazioni e promesse, i depuratori restano spesso cattedrali nel deserto.

Questo dossier dei Carabinieri – il primo così completo e circostanziato – pone ora tutti gli enti davanti alle loro responsabilità: Regione, Prefettura, AICA e Comuni non potranno più dire di non sapere.


Report Sicilia continuerà a monitorare gli sviluppi di questa nuova emergenza ambientale, chiedendo trasparenza e azione immediata, nell’interesse della cittadinanza e della tutela del territorio.

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