Agrigento, rete idrica nel caos: “L’ATI aggiudicataria ha meno di 20 operai. Una ditta non ne ha nemmeno uno”

AGRIGENTO – Il futuro della nuova rete idrica del capoluogo appare ogni giorno più incerto. Se già l’inchiesta giudiziaria in corso aveva sollevato ombre pesanti sulla gestione dell’appalto, oggi emergono nuove informazioni allarmanti sul reale stato delle imprese che compongono l’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) vincitrice del maxi appalto.

Secondo fonti attendibili raccolte da Report Sicilia, le tre imprese coinvolte nell’ATI avrebbero complessivamente meno di 20 dipendenti regolarmente assunti, e una di queste non disporrebbe nemmeno di un operaio attivo. Una situazione paradossale, se si pensa che l’appalto prevede la sostituzione integrale di centinaia di chilometri di rete idrica, un’opera di portata storica per il territorio.

Un vertice senza risposte

Dal sogno di “passare alla storia” al rischio di essere ricordato per gli arresti

Passerò alla storia come il sindaco della rete idrica” – fu questa la frase pronunciata con fierezza da Francesco Miccichè subito dopo il suo insediamento. Un impegno ambizioso, che sembrava voler segnare un’epoca di svolta per Agrigento. Ma oggi, a distanza di anni, quella promessa rischia di tornare come un boomerang politico e istituzionale.

Dopo aver perso il primo finanziamento da 49 milioni di euro destinato al rifacimento della rete – naufragato tra ritardi, errori e inadempienze – la nuova gara ha aperto scenari ancora più gravi: intercettazioni, arresti, indagini per corruzione, e una ATI aggiudicataria sospettata di non avere nemmeno gli operai per eseguire i lavori.

Il rischio, sempre più concreto, è che il sindaco passi davvero alla storia per la rete idrica, ma non come simbolo di riscatto, bensì come epicentro di un sistema opaco che ha messo a repentaglio risorse, credibilità e sicurezza.

A rendere ancora più grave il quadro, il fatto che Francesco Miccichè, in qualità di sindaco del Comune di Agrigento – maggiore azionista dell’ATI idrico, di AICA e principale beneficiario dell’opera – politicamente legato all’onorevole Roberto Di Mauro, figura centrale nell’inchiesta giudiziaria su tangenti e appalti truccati. Eppure, di fronte alla stampa, Miccichè ha scelto il silenzio, rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni. Un silenzio che pesa, e che la città non può più permettersi.

“Vogliamo capire se l’impresa è in grado di continuare – ha dichiarato il presidente Cirillo – perché i lavori procedono a rilento e ci sono anche problemi legati al sottosuolo e inadempienze da parte della ditta. Senza risposte certe, il 12 giugno, quando arriverà la commissione della Regione, rischiamo di trovarci con le mani vuote”.

Schifani chiede verifiche: “Serve trasparenza”

Il presidente della Regione, Renato Schifani, aveva già espresso pubblicamente la volontà di analizzare a fondo il contratto stipulato con l’ATI esecutrice dell’opera. Ora, alla luce delle nuove rivelazioni, si rende quanto mai urgente un accertamento formale sul possesso dei requisiti minimi da parte delle imprese coinvolte.

La mancanza di manodopera, se confermata, solleva anche interrogativi su eventuali subappalti mascherati, turnazioni non dichiarate o persino lavori “in economia” affidati a soggetti esterni privi di autorizzazioni.

Il cantiere più importante… senza operai?

Quella che doveva essere l’opera simbolo della rinascita idrica per Agrigento rischia di trasformarsi in un boomerang tecnico, politico e legale. Se un’ATI vince un appalto multimilionario senza disporre delle risorse umane minime per realizzarlo, qualcosa nel sistema non ha funzionato. I controlli ex ante sono stati effettuati correttamente? Chi ha certificato la capacità esecutiva delle imprese?

Intanto, la città resta ancora una volta senza certezze. Le perdite continuano, l’acqua scarseggia, i cittadini pagano. E il sogno di una rete moderna sembra ancora un miraggio.


📌 Approfondimenti futuri in arrivo su Report Sicilia: stiamo verificando i dati camerali e INPS delle aziende dell’ATI per accertare ufficialmente il numero di lavoratori impiegati e la capacità operativa dichiarata in fase di gara.

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