AICA, Palumbo e Castellino attaccano il “sistema Di Mauro”, Castellino solleva un caso sulla rete idrica di Agrigento

AGRIGENTO – Scintille nell’assemblea dei sindaci soci di AICA. Settimio Cantone, presidente, insieme alla dott.ssa Russello e all’avv. Sapia, ha rimesso il mandato nelle mani dei primi cittadini. Nessuna dimissione formale, ma un atto politico chiaro: il CDA non ha più una maggioranza certa e si rimette al giudizio dei soci. Un gesto che non ha sbloccato però lo stallo: la giornata è stata dominata da tatticismi e divisioni.

A rompere il muro di parole vuote è stato il sindaco di Favara, Antonio Palumbo, che ha scoperchiato il vaso di Pandora con un intervento diretto e senza sconti. Ma la notizia di fondo, che ha fatto mormorare più di un sindaco in assemblea, è stata l’assenza del sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, il quale avrebbe delegato il sindaco di San Biagio Platani a rappresentarlo: una mossa che, in barba a tutte le normative vigenti, non è prevista né dallo statuto dell’ATI idrico né da quello di AICA, rendendo quindi la delega formalmente illegittima.

Palumbo, nel suo intervento, ha puntato il dito contro quello che ha definito senza mezzi termini un sistema consolidato:

“Non possiamo fare finta di nulla. Il sistema che ha governato AICA in questi anni ha un nome e cognome: Roberto Di Mauro, sostenuto da sindaci amici, come Agrigento e Licata, che da soli controllano quasi il 30% delle quote. È impossibile cambiare qualcosa finché quel blocco resterà compatto”.

Una bordata anche sulla rete idrica agrigentina è arrivata dal sindaco di Palma di Montechiaro Castellino

Ma Castellino non si è fermato alla politica interna di AICA. Ha puntato il dito anche sulla misteriosa vicenda dell’appalto per la rete idrica di Agrigento, collegandola alla sua posizione come componente del CDA dell’ATI Idrico:

“Ancora oggi, e parlo in quanto componente del CDA dell’ATI Idrico, non ci spieghiamo come possa essere stata aggiudicata una gara ed iniziati i lavori di un appalto del quale non esiste finanziamento. Nessuno di noi se lo spiega, ma forse a Palermo ci saranno dirigenti così bravi che avranno sicuramente fatto qualcosa che noi sconosciamo”.

Un passaggio durissimo che chiama direttamente in causa le responsabilità della Regione Sicilia, dei suoi dirigenti, e degli enti coinvolti nell’aggiudicazione dell’appalto da 49 milioni di euro per rifare la rete idrica agrigentina, un’opera che – secondo Castellino – non avrebbe copertura economica certa.

Deleghe illegittime e giochi di potere

Intanto, nella calma apparente che regna tra molti sindaci, emergono voci su deleghe incrociate tra Comuni in occasioni cruciali. Deleghe che sarebbero irregolari, ma che hanno permesso negli anni di blindare il CDA attuale e respingere ogni richiesta di discontinuità.

I fronti politici: DC e Fratelli d’Italia contro il blocco Di Mauro

Oggi la Democrazia Cristiana, rappresentata nel CDA dall’avv. Sapia, è isolata ma determinata a cambiare passo. Con Fratelli d’Italia, chiede un rinnovamento netto dei vertici AICA. Dall’altro lato, Forza Italia, MPA e parte della sinistra sostengono la continuità. Lo scontro è identico a quello visto nelle elezioni provinciali: stessa mappa, stessi equilibri, stesso braccio di ferro.

La voce di Fabio Termine: “Chi non cambia è complice”

A chiudere la giornata, le parole forti del sindaco di Sciacca, Fabio Termine, in un’intervista esclusiva pubblicata a corredo di questo articolo:

“Chi continua a sostenere questo sistema è complice. AICA non può più essere gestita come un feudo politico. È ora di cambiare tutto”.

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