AGRIGENTO – Il CDA di AICA, guidato dal presidente Settimio Cantone, ha rimesso il proprio mandato nelle mani dell’assemblea dei sindaci. Un gesto definito “di responsabilità democratica”, ma che ha avuto più il sapore di un’uscita strategica davanti a una situazione ormai fuori controllo, tra crisi finanziaria, inchieste giudiziarie e un sistema idrico al collasso.
Nel corso dell’assemblea, Cantone ha dichiarato:
“Due anni fa siamo stati scelti all’unanimità. Oggi, se ci sono fibrillazioni, con serenità passiamo la mano. Ma respingiamo le accuse che collegano AICA all’appalto della rete idrica di Agrigento: non è competenza nostra”.
Eppure, nessuna risposta è arrivata alla domanda più semplice e più urgente che gli ho posto:
Come è stato possibile affidare l’appalto da 49 milioni di euro per la rete idrica di Agrigento senza un decreto di finanziamento valido?
Il decreto ATI n. 21/18 del 10 dicembre 2024 ha infatti confermato che il precedente finanziamento n. 1537/2022 non era più disponibile per mancanza di copertura. Eppure, i lavori sono stati avviati, e persino anticipati con un acconto del 30% alla ditta vincitrice.
❗Il caso fideiussione: polizza non valida?
A complicare ulteriormente la vicenda, emerge un nuovo, inquietante elemento: l’anticipo del 30% del valore del contratto sarebbe stato erogato in favore del Consorzio Stabile Della sulla base di una polizza fideiussoria rilasciata da un soggetto non abilitato.
La polizza n. 100-0428-2023, intestata a ARCA Mutua – Società di Mutuo Soccorso, non risulterebbe iscritta negli elenchi degli organismi autorizzati a prestare garanzie fideiussorie ai sensi dell’art. 125 del D.Lgs. 36/2023.
Se così fosse, chi doveva controllare?
-
Il RUP (Responsabile Unico del Procedimento)?
-
Il dirigente preposto alla liquidazione?
-
Il CDA AICA, se informato?
-
Il Collegio dei Revisori dei Conti?
Perché nessuno ha bloccato un pagamento così rilevante in assenza di una garanzia efficace?
⚠️ E mentre tutto questo accadeva…
Mentre i cittadini di Agrigento e dell’hinterland pativano la sete nell’estate 2024, in AICA si decideva di rimuovere il responsabile della distribuzione idrica della città capoluogo, proprio nel cuore dell’emergenza. E ora, gli atti della magistratura parlano chiaro: la crisi potrebbe essere stata provocata volontariamente, per finalità che oggi sono oggetto di indagine.
❓ E allora chiediamo pubblicamente:
Possibile che nessuno sapesse nulla della volontaria prodotta carenza idrica ai cittadini che l’estate scorsa hanno patito la sete?
Nessuno è responsabile?
Ci spiegate, voi del CDA AICA, voi di ATI, voi presidenti del consiglio dei sindaci,
come mai in quel periodo – quello di cui parla la magistratura – è stato anche rimosso il responsabile della distribuzione e delle reti del capoluogo?
Chi ha autorizzato quell’anticipo? Con quale polizza? E con quali garanzie per i cittadini?
Il popolo della sete attende risposte. Non silenzi.

