Agrigento Capitale 2025, il disciplinare sbugiarda il sindaco: i fondi si potevano usare anche per pulizia e manutenzione della città
AGRIGENTO – Il sindaco Francesco Miccichè, anche nell’intervista concessa alla giornalista Raffaella Regoli per la trasmissione “Fuori dal Coro” di Mario Giordano su Rete 4, ha ribadito pubblicamente una tesi che oggi viene ufficialmente smentita. Secondo il primo cittadino, i fondi regionali destinati ad “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025” potevano essere impiegati “solo per spettacoli e manifestazioni”. Ma il Decreto Assessoriale n. 27 del 6 marzo 2024 decreto assessoriale attuativo 27 DEL 06 MARZO 2024 DISCIPLINARE ATTUATIVO, firmato dall’assessore regionale Francesco Paolo Scarpinato e dal presidente Renato Schifani, dice tutt’altro.
Nel disciplinare attuativo allegato al decreto, che regola le modalità di utilizzo dei 5 milioni di euro stanziati dalla Regione Siciliana per Agrigento Capitale 2025 (4 milioni per il 2024 e 1 milione per il 2025), viene indicata con estrema chiarezza la possibilità di destinare le risorse anche alla pulizia, alla manutenzione ordinaria e alla riparazione degli ambienti cittadini utilizzati per gli eventi.
Il passaggio che smonta la narrazione di Miccichè
Nel paragrafo “Spese ammissibili” si legge testualmente:
“Sono ammissibili […] le spese relative alla manutenzione ordinaria, pulizia e riparazione degli ambienti e dei luoghi da utilizzare per gli eventi, comprese le aree di accoglienza, sosta, percorsi e servizi al pubblico.”
Questa frase non lascia spazio a interpretazioni: la cura degli spazi pubblici – inclusi marciapiedi, piazze, aree verdi, bagni pubblici e zone di accoglienza turistica – rientrava pienamente tra le spese autorizzate, a patto che fossero collegate alle iniziative del programma culturale.
Dunque perché Agrigento è ancora sporca?
La domanda è inevitabile: perché l’amministrazione comunale ha scelto di non utilizzare nemmeno una parte dei fondi per pulire e sistemare la città? La verità è che si è preferito spendere quasi tutto in spettacoli, promozione e consulenze, ignorando le reali condizioni del territorio. Eppure, come chiarisce il disciplinare, i fondi potevano servire anche a:
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riparare panchine, cestini, percorsi pedonali;
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garantire servizi igienici funzionanti nelle aree turistiche;
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curare aiuole e aree di sosta;
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migliorare l’accoglienza del pubblico nei luoghi degli eventi.
Tutto questo non è stato fatto. E oggi, mentre i turisti camminano tra rifiuti e incuria, e i cittadini protestano per il degrado urbano, il sindaco continua a raccontare una versione dei fatti che non trova riscontro nei documenti ufficiali.
La responsabilità politica è chiara
Il disciplinare firmato dalla Regione e notificato al Comune di Agrigento non solo ammetteva queste spese, ma le inseriva tra quelle strategiche per valorizzare il territorio in occasione dell’anno da Capitale della Cultura.
Dunque, il problema non era normativo, bensì di scelta politica. E a distanza di mesi dall’inizio dell’anno celebrativo, Agrigento appare più trascurata che mai, nonostante le ingenti risorse pubbliche a disposizione.
Conclusione
Il disciplinare regionale è un documento pubblico, ufficiale, firmato dalle più alte cariche della Regione Siciliana. Nessuno può dire di non sapere. Se oggi Agrigento è ancora sporca e impreparata, non è colpa dei vincoli di spesa, ma di chi ha deciso di non usare i fondi dove servivano davvero.
La città non ha bisogno di giustificazioni, ma di amministratori che abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. E forse, anche di chiedere scusa.

