Agrigento affoga tra le contraddizioni: la città patisce la sete, ma le strade scorrono come fiumi. Esempio emblematico: Salita Formica, nel cuore del centro storico, dove una perdita idrica ha trasformato il sabato in una scena da paesaggio montano.
Mentre i rubinetti delle case agrigentine continuano a restare a secco per giorni, l’acqua potabile scorre a fiumi lungo le strade della città. A ridosso della centralissima via Atenea, in Salita Formica, una perdita non solo allaga la zona, ma simboleggia il fallimento di un’intera filiera istituzionale.
A chi dobbiamo rivolgerci?
Il sindaco Francesco Miccichè? In silenzio. I dirigenti AICA? In silenzio. ATI, AICA, Comune: tutti legati da un comune denominatore, la stessa linea politica. Quella che oggi è sotto l’occhio delle Procure dell’Isola e – secondo insistenti voci – anche della Direzione Distrettuale Antimafia.
Il sospetto, ormai sempre meno sussurrato, è che esista un sistema ben oliato di interessi che mette la crescita economica e politica di pochi sopra il bene pubblico. Non è un caso che, secondo indiscrezioni sempre più insistenti, siano numerosi nella provincia di Agrigento i nomi finiti sotto la lente della magistratura: amministratori, tecnici e imprenditori che avrebbero creato una rete d’interessi, un’associazione a delinquere che si muove tra appalti, finanziamenti, nomine e consensi elettorali.
Intanto i cittadini, vittime di tutto questo, non solo restano senz’acqua, ma devono anche subire l’umiliazione di vedere lo spreco correre a cielo aperto, senza che nessuno intervenga. Scene che fanno indignare: chi dovrebbe tutelare la rete idrica la lascia andare in rovina, mentre la città si avvia verso l’estate con razionamenti e promesse mai mantenute.
La domanda è semplice e drammatica:
Che altro dobbiamo aspettarci da chi ha ridotto un bene primario come l’acqua in uno strumento di potere e controllo?
Il rischio è che Agrigento sia diventata terreno fertile per clientele, corruzione e collusioni. A fronte di una crisi idrica che si poteva e doveva prevenire, tutto tace. E se le Procure stanno indagando, i cittadini iniziano a capire chi davvero ha prosciugato le speranze della città.

