AGRIGENTO – Lo avevamo detto. Lo avevamo documentato. Lo avevamo denunciato più volte, anche in diretta

. E oggi, puntualmente, è successo. Una condotta idrica si è letteralmente squarciata in via Imera, proprio davanti al Palazzo delle Poste e al Cine Astor, riversando sull’asfalto un’enorme quantità di acqua torbida e fango che ha invaso tutta l’area circostante.

Il tratto è diventato impraticabile: le auto hanno dovuto rallentare o cambiare percorso, i passanti si sono ritrovati immersi nell’acqua e il traffico ne ha risentito fortemente. E pensare che l’ultima diretta di denuncia sul posto, con le immagini delle perdite e delle pressioni sospette, risale al 15 aprile scorso.

Francesco Di Mare era sul posto, ha documentato tutto in tempo reale, raggiunto subito dopo da Giuseppe Di Rosa, che da mesi denuncia l’inadeguatezza della gestione tecnica del sistema idrico cittadino.


Il guasto era annunciato: “In quella condotta si stava giocando con la pressione”

“In molti parlano di fatalità. Noi no.”

Chi opera nel settore sa perfettamente che prima di aprire una saracinesca bisogna conoscere i parametri di distribuzione: pressione, snodi, collegamenti con altre linee. Le operazioni non si improvvisano, men che meno sotto il sole cocente di giugno, in un sistema già precario.

Stavolta non si tratta di un banale cedimento dovuto all’età della rete, ma di un probabile “colpo d’ariete” causato da una gestione errata della pressione. Il colpo d’ariete è un fenomeno idraulico ben noto: un aumento improvviso della pressione che provoca una vera e propria onda d’urto all’interno della tubazione, fino a farla esplodere. Gli effetti sono ben visibili: squarci evidenti, getti d’acqua ad alta energia, asfalto sollevato.


Il responsabile? Nessuno, ovviamente

Eppure basterebbe un minimo di competenza, di professionalità, di rispetto per una città che soffre la sete. Invece, ad Agrigento – come denunciamo da mesi e come i fatti odierni confermano – è stato affidato un sistema idrico complesso e fragile nelle mani sbagliate. Un “fontaniere”, cioè un semplice operatore addetto all’apertura e chiusura delle valvole, è stato di fatto incaricato di gestire manovre che richiederebbero competenze ingegneristiche e un quadro tecnico approfondito della rete idrica urbana.

Alcuni tecnici interpellati ci hanno spiegato che aprire la pressione senza rispettare le necessarie sequenze di manovra – tenendo conto della vetustà e della fragilità delle condotte – può causare un “colpo d’ariete” devastante, esattamente ciò che è accaduto oggi in via Imera. E se così fosse? Se si stesse deliberatamente manovrando in modo errato per provocare guasti a catena, danneggiando volontariamente la rete, con l’obiettivo di innalzare il livello dell’allarme e forzare la mano ai Governi nazionale e Regionale?

Siamo forse davanti a una strategia per creare una situazione di emergenza artificiale, esasperare il quadro infrastrutturale e istituzionale, e costringere Roma e Palermo a intervenire con un decreto urgente per il rifacimento della rete idrica, che ancora oggi – nonostante le promesse – non è stato firmato?

Se così fosse, saremmo davanti a una condotta gravissima, ai limiti del penalmente rilevante. Si tratterebbe, né più né meno, di una manomissione della rete pubblica per finalità politico-istituzionali, con conseguenze devastanti in termini di sicurezza stradale, salute pubblica e danni economici.

Chi pagherà ora per i litri e litri di acqua sprecata in piena crisi idrica? Chi pagherà per le riparazioni? E chi controllerà la qualità dell’acqua che ha ristagnato in mezzo alla città, sotto il sole cocente, davanti a uffici, farmacie, scuole? E soprattutto: chi si prenderà la responsabilità di aver messo un impianto così delicato nelle mani sbagliate, senza un’adeguata formazione tecnica, senza controlli, senza trasparenza?

Agrigento ha bisogno di risposte. Non di altri disastri annunciati.


Una gestione fallimentare: e i cittadini continuano a pagare

Da mesi denunciamo che il sistema è fuori controllo. I comuni tacciono, AICA balbetta, ATI osserva da lontano. Intanto, la rete perde, esplode e viene “curata” con pezze temporanee.

È questa l’Agrigento Capitale della Cultura 2025? Una città dove si gioca con le condotte dell’acqua come se fossero rubinetti di una villetta? Dove il personale senza formazione tecnica viene messo a gestire un sistema critico?


Le immagini parlano da sole

In calce a questo articolo pubblichiamo le fotografie e i fotogrammi estratti dalle dirette, trasmesse oggi da Francesco Di Mare e Giuseppe Di Rosa, per mostrare ai cittadini – ancora una volta – che non stiamo cercando polemiche, ma verità.

Quella stessa verità che oggi galleggia in mezzo alla strada, mescolata a fango, incompetenza e acqua pubblica sprecata.

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