L’assemblea dei sindaci dell’ATI ratifica con ampia maggioranza l’uscita del Consiglio di Amministrazione. Racalmuto si astiene. Prossima settimana convocazione urgente per commissario e avviso pubblico.

AGRIGENTO – Con una maggioranza del 67,04% dei voti ponderati, l’assemblea dei sindaci di AICA ha approvato nella giornata di oggi le dimissioni del Consiglio di Amministrazione, dell’azienda pubblica che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Agrigento.

Solo un 8,27% si è espresso contro, col sindaco Palumbo del comune di Favara, l’approvazione delle dimissioni, mentre il Comune di Racalmuto si è astenuto con un voto pari al 2,04%. Una scelta, quella della presa d’atto collettiva, che segna la fine di un’esperienza gestionale segnata da gravi criticità operative, polemiche pubbliche e inchieste giudiziarie che hanno travolto l’ente nell’ultimo anno.

A proporre un passo immediato verso la nuova fase è stato il sindaco di Grotte, Alfonso Provvidenza, che ha chiesto e ottenuto l’approvazione dell’assemblea per una nuova convocazione già nella prossima settimana. Obiettivo: nominare un commissario straordinario per garantire la continuità amministrativa e predisporre l’avviso pubblico per la selezione del nuovo management.

Una decisione che arriva in un momento drammatico per Agrigento e l’intera provincia, travolta da una crisi idrica senza precedenti, tra guasti continui, reti obsolete e disservizi inaccettabili in piena estate.

La chiusura del ciclo del vecchio CDA era da tempo auspicata da cittadini, movimenti civici e alcuni sindaci che, ormai da mesi, denunciavano una gestione opaca e inefficiente, culminata con proteste pubbliche, sit-in e perfino esposti alla Procura.

Ora si apre una nuova fase: sarà fondamentale capire chi guiderà la transizione e con quale mandato, in un contesto che richiede rapidità, trasparenza e competenza.

Riuscirà il nuovo assetto a risollevare le sorti di AICA e a restituire dignità al servizio idrico agrigentino?
La parola passa, ancora una volta, alla politica. Ma il tempo, ormai, è scaduto.

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