Con mezzo paese già sventrato, con altre centinaia di metri di tubatura da posizionare fino alla zona del Caos dove l’impianto “mobile” sarà collegato alla linea generale, a Porto Empedocle c’è la consapevolezza che urga cambiare prospettiva. L’impianto che il commissario straordinario nazionale all’emergenza idrica Nicola…Dell’Acqua ha autorizzato tra la centrale Enel e la Capitaneria di porto, per poi essere spostato a Trapani, sta procedendo speditamente nella propria opera di completamento e dovrebbe entrare in funzione entro un mese. Quando questo impianto mobile sarà trasferito è intenzione del Governo realizzare un impianto fisso, quello inserito nella cosiddetta “fase 2”. E dove vogliono realizzarlo i padroni del vapore? Sempre nello stesso posto, tra Capitaneria e centrale, requisendo per l’ennesima volta, per i prossimi decenni questo lembo di costa empedoclina. La centrale Enel teoricamente, molto teoricamente, potrebbe chiudere nel 2029, scaduta la concessione. Il rischio concreto è che questo impianto altamente invasivo dal punto di vista estetico ed ecologico potrebbe rimanere qui, piantato nella spiaggia della Pilaya, alla faccia dei miti camilleriani e delle prospettive turistiche del sito. Quindi, che fare? Quelli del movimento Mare Nostrum e alcuni consiglieri comunali, Salvatore Ersini, Melania Nuara, Antonino Traina, Gerlando Di Francesco e il coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Giuseppe Todaro, questa mattina hanno accolto l’invito a un confronto degli stessi componenti il movimento, tra questi Maurizio Cimino e Maurizio Saia, per fare il punto della situazione.


Dissalatore ok, ma lontano dalla centrale Enel
E i punti sono molto chiari: chiedere un consiglio comunale straordinario per inchiodare alle proprie responsabilità l’amministrazione comunale, la prefettura e tutti gli organi competenti, rispetto alla necessità di non far realizzare il dissalatore definitivo accanto la centrale Enel, ma di localizzarlo altrove. Magari nella zona Asi, ai piedi del Caos, dove si trova il cimitero dei vecchi dissalatori. Una compattezza che si conferma giorno dopo giorno e che il prossimo mercoledì 25 giugno avrà un nuovo momento di confronto nel corso di una seduta del consiglio comunale. Non quella straordinaria, ad hoc, ma generale sulle problematiche idriche in atto nel paese marinaro. La seduta specifica la deve fissare il presidente del consiglio Alfonso Scimè, avendo già ricevuto la richiesta ufficiale da parte sia del movimento Mare Nostrum, che dei consiglieri di opposizione. “Vogliamo avere chiarimenti da un’amministrazione comunale sempre silente”, spiega il consigliere Ersini. Da ricordare come nei giorni scorsi, il sindaco Calogero Martello abbia partecipato a una conferenza di servizi con il commissario Dell’Acqua, al quale ha rinnovato la posizione contraria del comune di Porto Empedocle, rispetto a un impianto di dissalazione con una tubatura di espulsione della salamoia con una gittata inferiore agli 800 metri. Una situazione dunque, come si può notare, estremamente fluida, con i lavori che procedono alacremente, il traffico veicolare impazzito a tutte le ore del giorno e della notte e senza una goccia d’acqua in più a disposizione. E la prospettiva di vedere industrializzare ancora di più il sito dell’Enel che, in altre località del mondo, sarebbe stato riconvertito da decenni, posizionando l’industria in altro luogo, dando spazio alla natura e al turismo. Ma questa è un’altra storia, anche perchè in questa sono in ballo un sacco di bei soldoni.

