L’avvocato agrigentino, radiato, ma prossimo a tornare a essere iscritto, Giuseppe Arnone non ci sta a passare per un truffatore dello Stato e un calunniatore. Ieri ha organizzato una conferenza stampa, rafforzata nel tardo pomeriggio da uno dei suoi corposi video, con i quali ha posto alcuni paletti alla vicenda che lo ha visto protagonista. Come si ricorderà la Guardia di Finanza su ordine del Procuratore della Repubblica Giovanni Di Leo, ha perquisito la villa e lo studio di Arnone, alla presenza dello stesso Di Leo. A essere acquisiti sono stati documenti, supporti informatici di tutti i tipi, al termine di una passata al setaccio dalla quale sono spuntati anche tre dischi in vinile dei Genesis, che la moglie di Arnone temeva fossero andati perduti negli anni. Le accuse sono di truffa ai danni dello Stato e calunnia. Ad Arnone si contesta di avere calunniato i vertici della Tua, trasporti urbani Agrigento e di avere richiesto rimborsi (ritenuti illegittimi dagli inquirenti) – con la collega di studio di Daniela Principato, al ministero della Giustizia per parcelle relative a processi in cui Arnone era imputato e la sua ex collega di studio il difensore. “Negli ultimi anni ho avuto cinquanta assoluzioni, nel 2021 hanno approvato una legge che prevede che gli imputati assolti hanno il diritto ad avere rimborsate le spese. Io sono stati molte volte assolto e ho diritto a quanto mi spetta. Purtroppo le mie pratiche – aggiunge Arnone – sono approdate sul tavolo di uno dei più acerrimi miei nemici, il magistrato Luigi Birritteri e si è ritenuto che io non avessi diritto al rimborso. La cosa strana della perquisizione – ha aggiunto Arnone – è che la pratica è già al ministero, alcune somme mi sono già state erogate, sono pratiche inviate via pec e protocollate, che bisogno c’era di cercarle nel mio studio e in quello dell’avvocatessa Principato. Tra me e il procuratore Di Leo non cambia nulla, continuerò a collaborare con lei, rimango a disposizione delle persone oneste di questa terra e continuerò a denunciare le cose che non vanno. Le richieste di rimborso delle parcelle sono tutte regolari, con atti scritti, tutto ufficiale e documentato, tra me e l’avvocato Principato”.

