Dalle intercettazioni emerge il piano per far eleggere Pendolino alla ex Provincia: Di Mauro e Alesci parlano di numeri, appalti e Guarneri.

AGRIGENTO – 15 GIUGNO 2025 – Un mosaico inquietante di interessi, calcoli elettorali e pressioni politiche emerge dalle intercettazioni trascritte nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta rete di potere che, tra politica e tecnici, avrebbe orientato appalti e incarichi in provincia di Agrigento. In particolare, i colloqui tra Roberto Di Mauro (ex assessore regionale), Sebastiano Alesci (tecnico di fiducia) e altri soggetti, mostrano un piano preciso: eleggere Giuseppe Pendolino alla presidenza del Libero Consorzio.

📌 “Pendolino ce lo dobbiamo giocare… lì ci sono i numeri”

Il 4 aprile 2025, Alesci e Di Mauro si incontrano e discutono apertamente del piano. Di Mauro spiega il motivo della candidatura di Pendolino:

Di Mauro: “Pendolino ce lo dobbiamo giocare. Ce lo dobbiamo mettere… perchè alla ex Provincia ci sono i numeri… e si fa un lavoro serio”.

Alesci: “Giusto… alla Provincia comanda chi c’ha le carte in mano…”.

Di Mauro: “Lì passano i progetti veri, non quelli da 30 mila euro. Parliamo di milioni”.

Una frase che svela l’interesse non per la funzione istituzionale dell’ente, ma per il controllo dei finanziamenti e delle decisioni sugli appalti.

📌 I contatti con Guarneri

In un altro passaggio, Di Mauro si lascia andare a considerazioni sul possibile ruolo di Guarneri, individuato come soggetto di influenza nelle dinamiche territoriali:

Di Mauro: “Con Guarneri ci dobbiamo parlare. Lui se ne deve uscire con una parola sola: ‘Votate Pendolino’… altrimenti i suoi non lo seguono”.

Alesci: “Lo so… ma Guarneri ha due facce. Se non gli prometti qualcosa… non si muove”.

Un dialogo che lascia trasparire un sistema costruito sul do ut des, in cui ogni voto va negoziato con promesse e favori, non con programmi.

📌 L’urgenza di chiudere l’accordo

La pressione per blindare la candidatura è evidente anche quando Alesci insiste:

Alesci: “Se lo facciamo eleggere, tutto il discorso del CCR, della rete, del PNRR… lo controlliamo noi”.

Di Mauro: “Appunto. E allora non possiamo aspettare. Domani Pendolino lo chiami e gli dici di muoversi. Che qua nessuno ha tempo da perdere”.

Il riferimento al Centro Comunale di Raccolta di Ravanusa, già oggetto di attenzione nell’indagine, si intreccia così con le manovre politiche provinciali.

📌 “Quello non deve parlare, quello deve eseguire”

Un passaggio gravissimo si registra quando Alesci definisce il ruolo che Pendolino dovrà assumere una volta eletto:

Alesci: “Pendolino non deve pensare. Deve fare quello che diciamo noi. Quello non capisce niente, ma è uno che firma”.

Di Mauro: “Finché c’è uno che firma… va bene. Il resto lo mettiamo noi”.

Una dichiarazione che tradisce una concezione autoritaria e strumentale della politica, dove la rappresentanza democratica viene svuotata a favore di logiche clientelari e tecnocratiche.


🔍 Uno schema pianificato

L’impressione che emerge è quella di una strategia fredda e studiata, dove le elezioni per il Libero Consorzio non sono viste come momento di democrazia ma come snodo chiave per il controllo delle risorse pubbliche.

Un dato che risuona ancora più grave alla luce delle altre intercettazioni già emerse sul ruolo di Alesci nei progetti tecnici, sulla falsa proroga delle sue funzioni di RUP, e sul coinvolgimento dello stesso Di Mauro in incontri “riservati” per decidere tutto, dai bandi alle nomine.


Report Sicilia continuerà a pubblicare tutti gli sviluppi dell’inchiesta, mantenendo l’attenzione alta su uno dei casi più inquietanti di commistione tra politica, tecnica e potere economico nella storia recente della provincia di Agrigento.

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