Quella ruspa sulla spiaggia della Pilaya, a due passi da Marinella fa un certo effetto, sgradevole, inquietante. E’ intenta a scavare il lungo corridoio verso il mare, nel quale adagiare la tubatura per lo scarico della salamoia del costruendo dissalatore mobile. Attorno al mezzo meccanico le maestranze che svolgono il loro lavoro, per conto di chi sta realizzando un’opera attesa da anni per alleviare – si spera – la sete degli agrigentini. Un impianto posizionato tra la centrale Enel e la Capitaneria di porto, destinato a essere trasferito a breve a Trapani, ma che dovrebbe entrare in funzione entro un mesetto, al termine dei lavori di collegamento tra il punto di prelievo e quello di immissione nella rete generale, distante alcuni chilometri, all’altro capo della cittadina marinara.

I lavori procedono alacremente anche perchè il presidente della Regione Schifani con il suo messaggio creato dall’intelligenza artificiale e non dal suo ben retribuito ufficio stampa è stato chiaro. Occorre fare presto e bene, centrando un obiettivo atteso da anni da tutti i siciliani. Peccato che per centrare questo obiettivo si stia stuprando la spiaggia empedoclina, smantellando gigli di spiaggia e altre specie che hanno vegetato tranquille fino a questa mattina a ridosso della centrale Enel. A documentare lo sventramento è stato stamattina il battagliero pensionato empedoclino Giuseppe Lo Iacono col proprio cellulare, tirando in ballo pesantemente il sindaco, gli assessori e il consiglio comunale, rei secondo lui, di non avere impedito questo scempio della natura. Lo Iacono era stato tra i promotori del movimento Mare Nostrum, per poi defilarsi. Il movimento è andato avanti, con tanto di raccolta di firme per sollecitare la convocazione di un consiglio comunale straordinario, per sollecitare gli organi competenti a realizzare il dissalatore fisso non all’interno della centrale, ma dove si erge da decenni il cimitero dei dissalatori, nell’ex area Asi, ai piedi del Caos. Mare nostrum ha raccolto anche oltre 500 firme on line per perorare la convocazione del consiglio. Il tutto, in attesa di vedere la posizione del sindaco Calogero Martello che nei giorni scorsi, nella conferenza di servizi alla presenza del commissario nazionale Nicola Dell’acqua era stato chiaro: “Se la tubatura per lo scarico in mare della salamoia fosse di soli 80 metri, il dissalatore non lo faremo entrare in funzione. Deve essere di almeno 800 metri, come da progetto”, disse Martello. Mentre la pala sventra la spiaggia e ammazza i gigli, il sogno di avere più acqua va avanti, facendo la gimkana però tra le perdite idriche lungo le vecchie condotte. Ma questa, è un’altra storia triste.

