Il deputato regionale Ismaele La Vardera ha presentato una interrogazione parlamentare al presidente della Regione e agli assessorati al Territorio e ambiente e ai servizi di pubblica utilità, chiedendo con i crismi dell’urgenza informazioni e chiarimenti in merito alla realizzazione del dissalatore a Porto Empedocle. Tema caldissimo non solo per l’importanza strategica dell’impianto, per dare sollievo alla sete degli agrigentini, ma tema scottante soprattutto per le polemiche nate sulla collocazione dell’impianto. Le segnalazioni, le iniziative del movimento Mare Nostrum, con tanto di raccolta di 500 firme per chiedere la convocazione di un consiglio comunale ad hoc, le iniziative social di qualche cittadino come Giuseppe Lo Iacono, stanno dunque sortendo qualche effetto, almeno dal punto di vista dialettico e filosofico. I lavori vanno avanti speditamente, sventrando la via Empedocle e la spiaggia vicina a quella di Marinella, suscitando indignazione da varie parti. Cosa chiede La Vardera con la sua interrogazione? “Se siano a conoscenza di quanto narrato; per quale motivo non abbiano valutato sin da subito l’installazione del dissalatore mobile, nell’area industriale ex ASI, dove già esistono strutture e tubature idonee e di proprietà pubblica, evitando così l’occupazione della spiaggia di Marinella; quali valutazioni ambientali e urbanistiche siano state effettuate per giustificare la scelta del sito attuale, in prossimità di una spiaggia turistica, e se siano stati considerati i costi ambientali e sociali dell’intervento; quali garanzie temporali e finanziarie possano essere fornite in merito alla realizzazione della fase 2, con spostamento dell’impianto nella zona ex ASI, e alla definitiva dismissione e bonifica delle opere realizzate nella fase 1; se esistano piani e risorse già stanziate per il ripristino dell’area oggi interessata dalla fase 1, in particolare per la restituzione della spiaggia alla fruizione pubblica e al parcheggio originario”.
Tante domande, tanti dubbi, si aspettano risposte
E ancora: “se abbiano coinvolto gli enti locali e la cittadinanza nei processi decisionali relativi all’ubicazione dell’impianto e quali forme di consultazione siano state attuate o intendano attuare; se intendano avviare una revisione del proprio approccio alla gestione delle emergenze idriche, evitando soluzioni che rischiano di compromettere vocazioni economiche e ambientali dei territori coinvolti; se, nella scelta dell’area di installazione provvisoria del dissalatore siano stati condotti confronti tecnici o economici tra soluzioni alternative, e se vi siano stati eventuali interessi o pressioni, anche indirette, che abbiano inciso sulla decisione di privilegiare un sito in concessione a soggetti privati (ENEL), anziché un’area pubblica già infrastrutturata e predisposta allo scopo; se abbiano valutato possibili conflitti di interesse, diretti o indiretti, nella catena decisionale e nei rapporti tra i soggetti attuatori (Siciliacque, ENEL, Autorità Portuale, Regione Siciliana), e se sia disponibile la documentazione tecnica e amministrativa, comprensiva di verbali, pareri, convenzioni e corrispondenza, che ha portato alla localizzazione attuale dell’impianto”. Vedremo come risponderanno al giovane deputato regionale, con la netta sensazione che mentre si parla e si discute, chi deve portare avanti i lavori li porterà avanti lo stesso.

