AGRIGENTO – L’inchiesta della Procura di Catania che ha coinvolto il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno, indagato per corruzione, apre scenari inquietanti su un sistema di potere fondato su pressioni, incarichi pilotati e favoritismi, che secondo gli inquirenti sarebbe stato orchestrato per controllare voti e incarichi pubblici. Ma ciò che colpisce ancor di più è come queste stesse dinamiche siano state da tempo denunciate anche ad Agrigento, dove lo schema sembra ripetersi con altri protagonisti e lo stesso silenzio istituzionale.

🕳️ “Sistema Galvagno”? No, un copione già visto
Secondo l’inchiesta, Galvagno avrebbe esercitato pressioni per nominare persone di sua fiducia in enti e strutture sanitarie in cambio di favori politici e sostegno elettorale. Una forma di clientelismo strutturato, che ad Agrigento è stata già oggetto di diverse segnalazioni pubbliche da parte di esponenti civici e movimenti locali.

📌 Ad Agrigento: incarichi sospetti, favori incrociati e assunzioni mirate
Nella città dei Templi da anni si denuncia l’esistenza di un sistema opaco fatto di delibere cucite su misura, di nomine pilotate all’interno di enti partecipati e fondazioni, di concorsi con esiti scontati, e di consulenze affidate a figure già note agli ambienti politici. A differenza di Catania, però, ad Agrigento manca ancora l’intervento deciso della magistratura, nonostante le continue denunce di associazioni come “Mani Libere” e le numerose inchieste giornalistiche.

🧾 Fondazioni, appalti e assunzioni: tutto sotto lo stesso ombrello politico
Gli osservatori più attenti ricordano come molte delle nomine all’interno di fondazioni culturali e partecipate comunali siano state gestite con logiche che poco hanno a che fare con merito e trasparenza. Bandi non pubblicati adeguatamente, interpelli cuciti su misura, commissioni compiacenti, e incarichi che vanno spesso a parenti, amici o soggetti vicini a determinate correnti politiche. Un contesto che ha fatto parlare da tempo di un “Sistema Agrigento”, dove tutto si tiene e nulla si muove senza il via libera dei soliti noti.

⚖️ Serve una scossa giudiziaria anche qui?
La notizia dell’indagine a carico di Galvagno ha già fatto tremare Palazzo dei Normanni. Ma chi vigila sui Comuni come Agrigento, dove questo stesso modello clientelare è stato ampiamente denunciato, documentato e persino ammesso in qualche sede politica? È tempo che anche qui si accendano i riflettori e si smetta di fingere che “non ci sia nulla di anomalo”.


🎙️ Editoriale

“Il problema non è solo Galvagno. Il problema è un’intera classe dirigente che ha imparato a replicare modelli di potere antichi e corrosivi. Ad Agrigento lo denunciamo da anni. Forse, dopo l’indagine catanese, qualcuno comincerà ad ascoltarci anche qui.”

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