Preso atto che Porto Empedocle sia ormai considerata da decenni alla stregua di una pattumiera, dove andare a “tumulare” ogni tipo di schifezza ambientale e industriale, c’è da registrare un sussulto nella dimenticata vicenda dei fanghi dragati dal porto di Trapani e autorizzati a essere ammassati nell’ex area Asi. Un sussulto per mano della deputata nazionale dei 5 stelle Ida Carmina, che ha presentato una interrogazione ai ministeri competenti in materia. Prima, un passo indietro. Come si ricorderà giorni addietro la Guardia Costiera nell’ambito di una operazione complessa di polizia ambientale denominata “Dirty Mud” ha avviato dal 2024 una mirata attività d’indagine nell’ambito dei lavori di dragaggio dell’avamporto e delle aree a ponente dello sporgente Ronciglio del porto di Trapani. L’indagine era finalizzata ad accertare la regolarità delle attività e delle procedure delle operazioni di dragaggio quali il trasporto dei fanghi, il trattamento, il conferimento e lo smaltimento finale dei rifiuti speciali prodotti. Il tutto spalmato su 60 mila metri quadrati. Tali procedure, regolate dalle norme nazionali poste a tutela dell’ambiente marino e costiero e del demanio marittimo, erano rafforzate poi dal contratto di appalto pubblico stipulato con l’Autorità di Sistema portuale della Sicilia Occidentale. Il capitolato dei lavori di appalto prevedeva l’installazione sul molo di levante di Porto Empedocle di un impianto mobile di lavaggio dei fanghi sollevati dal fondo. Tale procedimento che viene denominato “sediment washing” è dedicato al trattamento dei fanghi che venivano prelevati dal porto di Trapani ed erano provenienti dalle attività di dragaggio. Il contratto di appalto prevedeva anche l’utilizzo di un’area demaniale per lo stoccaggio solo provvisorio dei rifiuti trattati ubicato in località Caos nel Comune di Porto Empedocle. Le attività investigative hanno permesso di raccogliere prove in grado di accertare che i fanghi provenienti dall’attività di dragaggio del porto di Trapani, trasportati con due draghe all’interno dell’impianto di sediment washing della Società Capogruppo aggiudicataria dell’appalto, non subivano, se non in minima parte alcun trattamento prima dello stoccaggio, ed il successivo conferimento presso una discarica agrigentina. Da qui il sequestro dell’impianto di lavaggio nonché dell’area di deposito temporaneo dei fanghi di dragaggio sita in località Caos. Benissimo, il problema resta lì, su quei 60 mila metri quadrati di melma. Chi la toglie? Chi bonifica? Chi risarcisce il danno economico?
L’interrogazione è pronta, gli interrogati?
Ecco che a porre le domande al Governo pensa Carmina: “Ho presentato un’interrogazione a risposta scritta rivolta ai Ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e delle Infrastrutture e dei Trasporti, a seguito della recente operazione della Guardia Costiera e della Procura di Agrigento denominata “Dirty Mud”. Parliamo di una discarica abusiva su suolo demaniale di oltre 60.000 mq, di rifiuti speciali non trattati come previsto dalla legge e dai contratti, e di milioni di euro di fondi pubblici potenzialmente sprecati. È inaccettabile che territori già fragili e marginalizzati debbano subire anche questo: l’oltraggio ambientale e la beffa amministrativa. Nell’interrogazione chiedo al Governo una verifica sull’operato dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale, l’adozione di misure urgenti per mettere in sicurezza e bonificare i siti contaminati, la revisione delle procedure di affidamento per i dragaggi portuali, alla luce del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, oltre alla promozione di specifici protocolli operativi e strumenti di coordinamento interistituzionale per prevenire e contrastare simili fenomeni in futuro. Questa interrogazione – conclude Carmina – è un atto dovuto verso una comunità stanca di subire, verso un ambiente troppo spesso trattato come discarica, verso un sistema che deve tornare a essere trasparente e giusto. La Sicilia merita rispetto, non fango”. Magari evitare che simili vicende quantomeno opache avvengano prima, sarebbe meglio. 

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