Mentre si celebrano Falcone e Borsellino, Agrigento Capitale della Cultura gestisce circa 12 milioni di euro in affidamenti diretti, senza mai indire gare. La legalità si riafferma con i fatti, non con le passerelle. Il Prefetto prenda le distanze.

AGRIGENTO – “Riaffermare la memoria e la legalità”. È con questa frase, pronunciata da una rappresentante della macchina organizzativa di Agrigento Capitale della Cultura 2025 e rilanciata da Grandangolo, che si è aperta l’ultima celebrazione ufficiale in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Parole solenni, che però cozzano clamorosamente con la gestione opaca, non trasparente e sempre più discussa dei fondi pubblici che finanziano Agrigento Capitale 2025. Perché una cosa deve essere chiara: non si riafferma la legalità spendendo circa 12 milioni di euro tutti in affidamento diretto, senza mai indire una gara pubblica.


⚠️ Il paradosso: si parla di legalità mentre si ignora la trasparenza

La verità che nessuno osa dire, ma che noi di Report Sicilia documentiamo da mesi, è che mentre si celebrano Falcone e Borsellino con conferenze e slogan, l’intero sistema di gestione della Capitale della Cultura 2025 è stato costruito sulla base di affidamenti diretti, incarichi fiduciari, bandi su misura e una totale mancanza di trasparenza.

A oggi:

  • Quasi 12 milioni di euro sono stati già programmati, distribuiti, spesi o impegnati senza mai un bando pubblico aperto a tutti;

  • Le assegnazioni sono state tutte gestite in via fiduciaria, con incarichi reiterati agli stessi soggetti;

  • La Fondazione Agrigento 2025 non ha mai pubblicato un piano annuale dettagliato delle spese, delle rendicontazioni, dei bilanci trasparenti o delle valutazioni indipendenti.

E questo sarebbe un esempio di “legalità”? Per noi, assolutamente no.


👏 Chi difende davvero la legalità ad Agrigento

A difendere davvero la legalità in questa città non sono quelli che ne parlano ai microfoni o nei comunicati stampa, ma chi la pratica ogni giorno con silenzio e rigore:

  • Il Prefetto Filippo Caccamo, che si distingue per compostezza istituzionale e attenzione ai segnali di opacità amministrativa;

  • Il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, in prima linea contro le infiltrazioni e le commistioni tra malaffare e pubblica amministrazione;

  • Il procuratore di Agrigento Giovanni Di Leo, che ha già acceso un faro su diverse dinamiche distorte del “sistema Agrigento”, portando alla luce nomi, intrecci e responsabilità.


🧭 Un invito chiaro al Prefetto: serve una presa di distanza

In questo contesto, chiediamo ufficialmente al Prefetto Caccamo di prendere pubblicamente le distanze da chi usa la memoria di Falcone e Borsellino per coprire sistemi opachi di gestione, dove la parola “gara” è sparita e dove la legalità è diventata una bandiera di comodo, sventolata nei giorni delle commemorazioni, ma ignorata per il resto dell’anno.


✍️ Conclusione: basta parole, servono fatti

Falcone e Borsellino hanno dato la vita per costruire uno Stato fondato sulla legge, sulla trasparenza e sul merito. Usarli come cornice retorica mentre si gestiscono milioni di euro senza una gara pubblica, senza confronto, senza criteri trasparenti, è una profanazione della loro memoria.

Se si vuole parlare di legalità, lo si faccia con i documenti, con le delibere, con le gare, con i bilanci pubblici. Non con le frasi da cerimonia.


📩 La redazione di Report Sicilia invita i cittadini, i dipendenti pubblici e i professionisti che conoscono irregolarità a segnalarle. Saremo sempre dalla parte della verità, della legalità vera, non di quella recitata.

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