Giuseppe Ballarò – per Report Sicilia
Ci sono notti in cui succede qualcosa di diverso. Che non ti aspetti. Succede che la Valle dei Templi, di solito avvolta nel silenzio e nella luce ferma del mito, venga attraversata da una scossa elettrica. Succede quando a scendere in scena non è una celebrazione stanca, ma un’orchestra di giovani. Veri. Carichi. Pronti.

“The Guitars and Drums Night” è stato questo: un concerto, sì. Ma anche un gesto. Un esperimento riuscito. Sul palco, studenti e docenti di 13 conservatori europei, ospiti del Conservatorio Arturo Toscanini di Ribera. Erasmus, ma senza cartoline: strumenti in spalla, prove vere, mani che tremano e poi si accendono.

A dirigere l’orchestra, Walter Attanasi. A tenere insieme la sezione ritmica, Sergio Calì, con 11 percussionisti. A firmare la visione musicale e a suonare come chitarrista solista, Luca Nostro, docente, compositore, e protagonista di progetti che hanno portato la chitarra elettrica nei teatri e nei festival della musica colta.
Il repertorio è stato un attraversamento: Led Zeppelin, White Stripes, Psycho, ma anche Battistelli, Andriessen, e un finale potente con un’opera per 100 chitarre elettriche scritta da Michele Tadini, ispirata a Siamo soli di Vasco Rossi. Un modo elegante e coraggioso per dire che la musica rock può essere pensata, orchestrata, studiata. E che può vibrare anche tra le colonne doriche.

Il merito va al Conservatorio Toscanini, alla sua direttrice Mariangela Longo, al vicedirettore Simone Piraino, al maestro Angelo Di Leonforte, referente per la produzione e i linguaggi. Ma va anche a tutti i tecnici, agli studenti, ai docenti delle tredici istituzioni europee che hanno scelto di esserci. In modo pieno.
E va detto che eventi così non nascono dal nulla. Servono visione, competenza, fatica. E qualcuno che ci creda. Anche sul fronte concreto. È giusto allora ringraziare lo sponsor Giorgio Nuciforo del Cappellani Megastore, che ha sostenuto l’iniziativa con convinzione.
In una Sicilia spesso raccontata per ciò che manca, questo concerto ha mostrato qualcosa che c’è. Una comunità che crea, che suona, che insegna. Una musica che non vuole imitare, ma costruire.

E soprattutto, una notte vera, che chi c’era non dimenticherà in fretta

