Un traliccio per la telefonia mobile con base in cemento armato è spuntato in viale dei Pini, a San Leone, all’interno dell’area “Corsini” e a pochi metri dalla villa del sindaco. L’area è sottoposta a vincoli paesaggistici e di inedificabilità assoluta. Scatta la denuncia: opera abusiva. Ora tocca alla Polizia Municipale e alla Procura.
Nel cuore di San Leone, in viale dei Pini, a pochi metri dalla storica area semicircolare conosciuta come “Corsini” e a ridosso della villa del sindaco Franco Miccichè, è comparso un enorme traliccio in metallo destinato a ospitare un’antenna per la telefonia mobile della compagnia Tim, montato su una pedana in cemento armato di circa 25 metri quadrati.
La struttura è stata installata in silenzio, senza cartellonistica di cantiere, né presenza di operai o tecnici al momento della verifica. Il tutto in una zona a tutela integrale, soggetta a vincoli paesaggistici, archeologici e urbanistici, dove qualsiasi intervento edilizio è vietato in assenza di specifiche autorizzazioni.
L’area è sottoposta a vincolo: qui non si può costruire
Il terreno su cui è stato montato il traliccio ricade:
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nella zona “B” del decreto Gui-Mancini;
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entro i 200 metri dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi;
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nella fascia dei 150 metri dalla battigia, come da Legge Regionale 78/1976, art. 15 lett. e);
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ed è vincolata ai sensi del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.lgs. 42/2004).
Secondo la normativa vigente:
📌 Il silenzio-assenso NON è applicabile in presenza di vincoli paesaggistici e ambientali (art. 20, comma 4, Legge 241/1990);
📌 È necessaria autorizzazione paesaggistica espressa (art. 146 del D.lgs. 42/2004);
📌 L’installazione senza permesso costituisce reato (art. 44 del D.P.R. 380/2001).
Dunque, non esiste alcun “automatismo” amministrativo che possa aver legittimato l’opera tramite il silenzio o l’inerzia degli uffici. Se le autorizzazioni mancano, l’antenna è abusiva e illegittima.
La denuncia di Giuseppe Di Rosa e l’intervento della Municipale
A sollevare l’allarme è stato Giuseppe Di Rosa, editore e praticante giornalista di Report Sicilia, dopo la segnalazione di alcuni residenti. Recatosi sul posto nella tarda mattinata del 23 giugno, Di Rosa ha documentato la presenza della struttura ormai installata e ha immediatamente contattato l’assessore alla Polizia Locale Carmelo Cantone, il quale ha disposto l’invio di due pattuglie della Municipale.
Gli agenti, intervenuti rapidamente, hanno redatto un verbale di sopralluogo e lasciato un invito formale alla ditta esecutrice affinché si presenti al Comando per fornire documentazione e chiarimenti.
Quali scenari ora?
Le opzioni sul tavolo per il comandante della Polizia Locale Vincenzo Lattura sono due:
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Relazionare alla Procura della Repubblica e attendere indicazioni;
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Procedere con un sequestro preventivo del cantiere, con facoltà della ditta interessata di ricorrere eventualmente all’autorità giudiziaria.
Silenzi imbarazzanti e domande inevase
La Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, già finita sotto osservazione nel caso Villa del Sole, non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica. Sembrerebbe che la soprintendenza non abbia rilasciato nessun N.O. e che stia rispondendo al comune in questo senso.
Ancor più imbarazzante è il silenzio del sindaco Franco Miccichè, che abita a meno di 20 metri dal traliccio e che ieri aveva dichiarato di non essere a conoscenza della installazione del traliccio ne di eventuale autorizzazione. Possibile che non si sia accorto di nulla? Possibile che non abbia sentito l’obbligo di chiarire pubblicamente quanto accaduto, vista la sua vicinanza fisica e istituzionale all’intervento?
Un abuso visibile a tutti, ma ignorato da chi governa
Questa vicenda rappresenta l’ennesimo sfregio al territorio. Non solo per la violazione di vincoli e normative, ma anche per il disprezzo delle regole più basilari di trasparenza e legalità, c’è da dire che questa volta grazie alle nostre pressioni l’assessore Cantone non ha “mollato” un attimo la presa e che la questione adesso sia chiara a tutti, NON HANNO NESSUN N.O. ED HANNO AGITO CON “IL SILENZIO ASSENSO” che come detto non è applicabile in questi casi.
Report Sicilia continuerà a vigilare, a documentare e a denunciare. Non permetteremo che l’anno di Agrigento Capitale Italiana della Cultura venga sporcato da abusi edilizi, assenze istituzionali e silenziosi interessi privati.

