Colpo di scena nell’inchiesta su corruzione e appalti pilotati ad Agrigento: il Tribunale della Libertà di Palermo annulla molte accuse alla famiglia Caramazza e trasferisce il procedimento alla procura del capoluogo. Tra le accuse cadute anche quella della presunta tangente al dirigente Sebastiano Alesci.

Un nuovo e significativo colpo di scena scuote l’inchiesta “Appalti e mazzette”, il maxi procedimento coordinato dalla Procura di Agrigento su un presunto sistema di corruzione e manipolazione di appalti pubblici. Il Tribunale della Libertà di Palermo ha infatti accolto i ricorsi presentati dagli avvocati degli indagati, annullando molte delle contestazioni rivolte alla famiglia Caramazza e trasferendo la competenza territoriale dalla procura di Agrigento a quella di Palermo.

Il Riesame ha così accolto l’impugnazione dell’avvocato Giuseppe Barba, difensore della famiglia Caramazza, revocando nei confronti di Carmela Moscato, madre degli imprenditori Dino e Federica Caramazza, le accuse di corruzione e turbativa d’asta relative all’appalto per la strada provinciale 19 Salaparuta – Santa Margherita Belice. Annullata anche la contestazione di ricettazione riguardo i 181 mila euro trovati nella sua abitazione: secondo i giudici non ci sono gravi indizi di colpevolezza, e la misura cautelare è stata immediatamente revocata.

Per Dino e Federica Caramazza, così come per Luigi Sutera Sardo, è invece venuta meno la contestazione di aver corrotto il dirigente Sebastiano Alesci con una presunta tangente di 25 mila euro e lavori edili gratuiti nella sua tenuta di campagna. Anche in questo caso, il Tribunale ha dichiarato l’incompetenza territoriale del Gip di Agrigento, trasferendo gli atti a Palermo, dove ora sarà il pubblico ministero del capoluogo a decidere come procedere.

Secondo quanto stabilito, a partire dall’inoltro del fascicolo da parte della Procura di Agrigento, il nuovo giudice competente avrà 20 giorni di tempo per valutare se richiedere eventuali nuove misure cautelari.

Il provvedimento del Riesame rappresenta una svolta nel procedimento giudiziario e potrebbe rimettere in discussione l’intera architettura accusatoria che aveva portato, nelle scorse settimane, all’emissione di numerose misure cautelari.

Fonte: Grandangolo Agrigento
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