Elvira Amata, assessore regionale al Turismo in quota Fratelli d’Italia, è indagata per corruzione. L’indagine parte da Cannes e tocca la Sicilia. Dubbi crescenti anche su Agrigento 2025: è davvero tutto trasparente?
Corruzione, l’assessore Elvira Amata è indagata: si allarga l’inchiesta partita da Cannes. E ora sorge un dubbio: Agrigento Capitale della Cultura 2025 è immune da tutto questo?
La notizia è deflagrata come una bomba: Elvira Amata, assessore regionale al Turismo della Regione Siciliana, è ufficialmente indagata per corruzione per l’esercizio della funzione, nell’ambito di un’inchiesta che, partita da Cannes, ha già travolto anche il presidente dell’ARS Gaetano Galvagno.
Un’indagine delicata, che tocca le alte sfere della politica siciliana e che si muove lungo i corridoi dove spesso si intrecciano eventi culturali, promozione turistica, fondi pubblici e incarichi di potere. E proprio in questo contesto, si fa strada un interrogativo inquietante: può davvero rimanerne fuori “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”?
Non è una forzatura. Il ruolo dell’assessorato al Turismo nella gestione dei flussi economici, dei patrocini, dei fondi e delle collaborazioni strategiche nell’ambito della candidatura e poi del riconoscimento del titolo ad Agrigento è stato centrale.
L’assessore Amata, oggi indagata per un episodio corruttivo, è stata protagonista politica e istituzionale del percorso di promozione culturale di Agrigento. E oggi, la sua posizione al centro di un’inchiesta giudiziaria solleva dubbi e timori anche su ciò che riguarda i milioni di euro che stanno affluendo su Agrigento per il 2025.
“Sono serena e fiduciosa”, ha dichiarato Amata al quotidiano La Sicilia, spiegando di non conoscere i dettagli del fascicolo, se non il riferimento all’articolo del Codice Penale e la data di chiusura delle indagini (marzo 2025). Ma intanto il danno d’immagine è fatto. E la domanda di trasparenza si impone con urgenza.
Chi ha beneficiato delle sponsorizzazioni, degli affidamenti e degli eventi culturali legati ad Agrigento 2025?
Ci sono nomi o percorsi che si intersecano con quelli dell’inchiesta?
Gli atti amministrativi sono pubblici, verificabili, trasparenti?
Questa vicenda ci impone di alzare il livello di attenzione. Perché non si può promuovere la cultura con il fiato corto delle Procure sul collo. E se, come sostengono i magistrati, la rete corruttiva si muoveva dietro eventi e promozione internazionale, allora nessun segmento può dirsi automaticamente al sicuro, neppure quelli costruiti attorno all’etichetta “Cultura”.
Agrigento, che già vive le contraddizioni di una Capitale della Cultura con strade rotte, servizi assenti e gestione opaca, rischia ora di essere sfiorata – se non coinvolta – anche da una tempesta giudiziaria.
Report Sicilia continuerà a seguire da vicino ogni sviluppo, con una domanda sempre più urgente: la cultura è davvero cultura, se è fondata sulla corruzione?

