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Dopo la promessa mancata del sindaco Miccichè, venti autobotti hanno invaso il piazzale di AICA. Protesta fragorosa con clacson a tutto volume. I vertici amministrativi dell’azienda, senza un CDA in carica, sono scesi a parlare con gli autotrasportatori: “Vogliamo lavorare e aiutare i cittadini”.

Agrigento – 2 luglio 2025
Esplode la rabbia degli autotrasportatori dell’acqua ad Agrigento. Dopo la protesta di ieri e la vana promessa del sindaco Francesco Miccichè di un immediato interessamento con soluzione(è rimasto solo un interessamento, al momento senza risultato), la protesta si è spostata stamattina davanti alla sede di AICA, con toni decisamente più forti.

Una ventina di autobotti ha invaso lo spiazzale antistante gli uffici dell’azienda consortile. Un coro di clacson assordanti ha accompagnato l’avvio di una manifestazione che, pur rimanendo pacifica, è diventata un vero e proprio inferno acustico. “Lo facciamo per farci sentire – spiegano i manifestanti –. Non possiamo lavorare, e AICA è il nostro principale ostacolo”.

Tra le richieste principali: tempi di carico più rapidi, più bocchettoni a disposizione e maggiore organizzazione. “I cittadini sono esasperati, noi siamo il loro unico mezzo per avere un po’ d’acqua – dicono gli autobottisti – ma AICA ci costringe a ore e ore di attesa. E la situazione peggiora ogni giorno”.

Nonostante l’aumento della portata d’acqua, che secondo dati non ufficiali sarebbe superiore ai 200 litri al secondo (contro gli 80 dello scorso anno), l’acqua continua a non arrivare regolarmente nelle case. “Qualcuno dovrà spiegare come sia possibile” – denunciano i presenti – “che con più acqua disponibile, il servizio sia peggiorato”.

Dopo l’inizio della manifestazione, i vertici amministrativi di AICA – in assenza del Consiglio di Amministrazione, attualmente non in carica – sono usciti nel piazzale per incontrare i manifestanti. Tra loro, sembrerebbe essere stato presente anche un dirigente identificato come Mangione, che ha ascoltato direttamente le lamentele degli autotrasportatori. Un segnale di apertura che, però, non ha placato la tensione.

“Oggi siamo qui in venti – avvertono – ma se non arriveranno risposte concrete, domani saremo il doppio. E continueremo finché non potremo tornare a lavorare con dignità. Questa non è una battaglia di categoria, è una battaglia per tutta Agrigento”.

Il sindaco, dopo le promesse di ieri, non si è fatto vedere. E il silenzio delle istituzioni continua a fare rumore. Assordante, quanto i clacson dei mezzi in piazzale AICA.

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