Il Comune di Agrigento attinge dalla graduatoria di Melilli per assumere tre vigili urbani a tempo determinato, mentre Melilli trasferisce – sotto forma di “distacco temporaneo” – quattro agenti neoassunti, ancora in periodo di prova. Un corto circuito amministrativo che solleva più di un dubbio sulla regolarità e sulla logica di sistema.
Agrigento/Melilli – 2 luglio 2025
Mentre il Comune di Agrigento non ritira in autotutela la delibera di Giunta con la quale ha deciso di attingere dalla graduatoria del Comune di Melilli per assumere tre agenti di Polizia Locale a tempo determinato (un anno rinnovabile), nonostante abbia in organico almeno dieci vigili impegnati in attività non istituzionali, a Melilli succede qualcosa che appare quantomeno paradossale.
Con una delibera di Giunta del 13 maggio 2025, Melilli e Francofonte si “scambiano” quattro agenti neoassunti, utilizzando un’interpretazione estremamente discutibile dell’art. 23 del CCNL Comparto Funzioni Locali. In pratica, due agenti da Melilli vanno a Francofonte e due da Francofonte tornano a Melilli, ancora prima che scadano i sei mesi di prova. Il tutto, dichiaratamente, per “andare incontro ad esigenze di avvicinamento”, ovvero per riportare gli agenti neoassunti vicino al proprio comune di residenza.
L’atto, firmato dal vice segretario Daniel Amato e non dal segretario generale Salvatore Marco Puglisi, richiama l’istituto del distacco temporaneo, ma usa in modo improprio la terminologia prevista dal contratto nazionale. Infatti, l’art. 23 CCNL prevede sì utilizzazioni temporanee a tempo parziale presso altri enti, ma solo con convenzione formale e per esigenze organizzative documentate, non per un trasferimento di fatto a tempo pieno e per motivi personali. Né si fa chiaro riferimento a una convenzione dettagliata, né si dimostra quale reale necessità amministrativa giustifichi questo “scambio alla pari”.
Ancora più grave è che ciò avvenga su una graduatoria già oggetto di interrogazioni parlamentari a Palermo e Roma, e mentre un altro ente, Agrigento, la utilizza per reclutare personale di Polizia Locale. In altri termini, si assume da una graduatoria i cui vincitori, appena entrati in servizio, vengono già riallocati altrove.
Ma allora perché Agrigento attinge da lì, se quei posti sono già “in movimento” per logiche di sistemazione geografica più che per esigenze di servizio?
Intanto, il Comune di Agrigento – che avrebbe potuto riorganizzare il personale già presente e sottoutilizzato all’interno della Polizia Municipale – preferisce aggirare il problema accedendo a una graduatoria esterna già in evidente stato di alterazione funzionale, alimentando un sistema che pare premiare più le “esigenze personali” che quelle della macchina amministrativa.
La delibera di Melilli è immediatamente esecutiva e prevede il distacco per sei mesi (fino al 19 ottobre 2025) con possibilità di rinnovo: di fatto, un trasferimento camuffato, con uno schema di convenzione allegato ma mai citato esplicitamente nella delibera.
Siamo di fronte a un sistema in cui le graduatorie pubbliche diventano strumenti di redistribuzione personalistica, con buona pace del merito, del fabbisogno reale degli enti e della trasparenza amministrativa.
E mentre a Melilli ci si “scambia i vigili” come in una partita di Risiko istituzionale, Agrigento accetta passivamente di pescare da quell’elenco per assumere personale senza interrogarsi sulla tenuta dell’impianto giuridico e senza prima fare pulizia in casa propria, dove decine di agenti restano assegnati ad altri settori.
Report Sicilia continuerà a monitorare l’evoluzione della vicenda e le eventuali reazioni delle autorità preposte al controllo degli atti pubblici.

