Dopo aver denunciato l’assenza del pontile comunale di San Leone, oggi Report Sicilia rivela che la struttura non è sparita affatto: si troverebbe in custodia presso un soggetto privato. Nessun atto pubblico, nessuna trasparenza, solo silenzi. E si vocifera che il sindaco Miccichè abbia un rapporto personale molto stretto con chi gestisce, di fatto, quel bene pubblico. Una vicenda che apre interrogativi pesanti: è stata commessa un’appropriazione indebita?
Dopo settimane di denunce e domande senza risposta, oggi non ci sono più dubbi: il pontile comunale di San Leone non è andato distrutto, disperso o dimenticato, ma è fisicamente custodito da un soggetto privato.
Una struttura costata circa 80.000 euro di fondi pubblici, costruita per garantire accesso equo allo specchio d’acqua demaniale, è oggi nelle mani di un singolo, senza alcun atto pubblico che ne giustifichi la detenzione. E a farne le spese sono i cittadini, i diportisti, le famiglie e i turisti che per ormeggiare una barca devono pagare migliaia di euro ai privati, quando sarebbe spettato al Comune gestire lo spazio con criteri pubblici e prezzi calmierati, come previsto dalla legge.
La domanda è semplice e ineludibile:
Come è possibile che una struttura pubblica sia finita sotto il controllo di un privato senza nessuna delibera, nessun verbale, nessuna determina, nessun documento?
E la risposta che si vocifera in città è ancora più grave: il sindaco Francesco Miccichè avrebbe un rapporto personale molto intimo con la persona che oggi gestisce, di fatto, il pontile “comunale”.
Se questo fosse confermato, saremmo di fronte a un caso eclatante di conflitto d’interessi, se non addirittura a un’ipotesi di appropriazione indebita di bene pubblico, aggravata dal fatto che il sindaco — in quanto massimo responsabile della gestione del patrimonio comunale — sarebbe complice per omissione e silenzio.
Infatti, nessun atto pubblico risulta disponibile sull’affidamento della struttura, né risulta che sia stata indetta una procedura per la custodia temporanea, per la dismissione o per l’affidamento in gestione. Nessun bando, nessuna comunicazione all’Albo Pretorio. Solo silenzio.
E in questo silenzio, qualcuno gestisce liberamente un bene della collettività.
Il pontile non è stato reinstallato, nonostante il Demanio abbia pubblicato un bando per l’utilizzo dello specchio d’acqua, dove il Comune — in assenza del pontile — non risulta nemmeno più titolare di fatto di quel tratto di mare, lasciando campo libero alla speculazione privata.
E allora lo chiediamo chiaramente al sindaco Miccichè:
Perché il Comune non ha rivendicato il pontile? Dove si trova esattamente oggi? Chi ne è custode e in base a quale atto? E soprattutto: perché non viene reinstallato per garantire a tutti i cittadini il diritto all’accesso al mare in modo libero e regolato?
La vicenda ha contorni torbidi e gravissimi. E chi amministra la cosa pubblica non può continuare a tacere, soprattutto quando si tratta di un bene costato denaro dei contribuenti e pensato per garantire un servizio pubblico, non per arricchire i soliti noti.
Agrigento non è proprietà privata. E i beni pubblici non si tengono in garage.




