In via Acrone, ad Agrigento, lavori in corso senza cartelli, senza determine e senza affidamenti. Il cantiere è gestito da una ditta privata, a spese proprie, senza alcuna autorizzazione visibile. Report Sicilia apre il caso.

Agrigento – 5 luglio 2025
Un cantiere senza volto, senza nome, senza documenti. Nessun cartello con la dicitura “inizio lavori”, nessun riferimento a una ditta appaltatrice, nessuna determina pubblicata sull’albo pretorio. Eppure, in via Acrone, cuore pulsante della città tra la stazione e il centro, i lavori vanno avanti.

A scoprirlo e documentarlo è stata una nostra inchiesta. E ciò che emerge è sconcertante: nessun atto ufficiale risulta legittimare l’intervento. Nessuna procedura trasparente. Nessuna traccia negli atti del Comune. Nessuna risposta, finora, dalle autorità competenti. Ma allora, chi sta eseguendo i lavori?

La verità – che nessuno dichiara ufficialmente – è che sembrerebbe trattarsi di un “intervento spontaneo” di una ditta privata, riconducibile a chi gestisce un’attività nelle immediate vicinanze. Una sorta di “mecenatismo silenzioso”, come lo chiamano in Comune, ma che in realtà assume le sembianze di un’anomalia amministrativa grave: un’opera pubblica realizzata in uno spazio pubblico, senza alcuna formalizzazione, senza contratti, senza tracciabilità.

E qui sorge il nodo centrale: è davvero possibile ad Agrigento effettuare lavori su suolo pubblico senza passare da alcun iter formale? Perché non si è reso pubblico l’intervento? Perché non è stata affissa la consueta tabella di cantiere con indicazioni chiare su ditta esecutrice, direzione lavori, importo e tempistiche?

La legge prevede che ogni opera su suolo pubblico debba essere regolata da un’autorizzazione formale, che tuteli tanto chi esegue l’intervento quanto l’interesse pubblico. Ma in questo caso si è scelta una strada diversa: nessuna visibilità, nessuna comunicazione, nessun controllo. Gli enti preposti – Ufficio Tecnico Comunale, Polizia Municipale, Ufficio Suolo Pubblico – non sembrano aver effettuato alcun accertamento o rilievo.

È lecito domandarsi: perché qualcosa che può essere reso legale, viene invece tenuto nascosto? Perché non si è colta l’occasione per trasformare un’iniziativa privata in un esempio di protagonismo civico trasparente, anziché lasciare che il tutto si svolgesse in sordina, senza alcun annuncio?

Forse sono finiti i tempi del protagonismo civico “per convenienza” – dove si faceva a gara per apparire benefattori – e sono iniziati quelli delle opere pubbliche eseguite in incognito, quasi fosse sconveniente dire chi paga, chi lavora e perché lo fa.

Eppure, Agrigento ha bisogno di trasparenza, di chiarezza, di legalità visibile. Ha bisogno che la bellezza – quando nasce – sia condivisa, legittimata, raccontata. Solo così si può ricostruire il rapporto fra cittadini e città. Solo così si può ricominciare ad affezionarsi ai luoghi, a riconoscerli, a viverli.

Report Sicilia continuerà a monitorare la vicenda e a chiedere risposte ufficiali. Perché non è normale che i lavori si facciano così. Perché la città ha il diritto di sapere.

Autore