Arte, musica e spiritualità per celebrare la figura di Franco Battiato.
Si tiene a Riposto, in provincia di Catania, “Etna Art Fest – No Time no Space”, riconosciuto progetto speciale per il 2025 dal Ministero della Cultura e sostenuto dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
L’iniziativa, in programma sabato 5 e domenica 6 luglio, si inserisce nell’ambito del cartellone “Stranizza d’amuri”, la rassegna estiva dedicata al Maestro e giunta alla terza edizione, che proseguirà nei prossimi mesi.
L’omaggio affettuoso e profondo all’indimenticabile artista, nato il 23 marzo 1945 a Riposto – quando il Comune si chiamava Ionia – che, come ha sottolineato il sindaco Davide Vasta, si propone di onorarne la profondità e l’eredità culturale.
“Le due serate – spiega il primo cittadino – rappresentano un’occasione di riflessione e bellezza, in sintonia con lo spirito che ha animato la sua arte”.
A cura del Centro Studi di Gravità Permanente, l’evento si svolge in collaborazione con il Comune di Riposto, negli spazi di Palazzo Vigo di Torre Archirafi.
A condurre la prima serata, a partire dalle 20:45, sarà Fabio Bagnasco.
Domenica 6, invece, allo stesso orario, insieme al regista ci sarà Fiorella Nozzetti, presidente del Centro Studi di Gravità Permanente.

IL RICORDO DI FABIO BAGNASCO
“Franco Battiato – racconta Fabio Bagnasco – era un battito, un concentrato di energia proteso verso orizzonti sconosciuti”.
“Lo conobbi – spiega – per ragioni professionali, precisamente in occasione di un’intervista, nell’aprile del 1991 e da allora rimanemmo amici: pranzi, incontri, viaggi e persino l’esperienza politica alla Regione Siciliana”.
Senza dimenticare, ovviamente, le collaborazioni professionali, saltuarie ma di altissimo livello quali le presentazioni di libri, i concerti speciali e unici ma soprattutto, il docufilm “Auguri, Don Gesualdo” e il documentario “Attraversando il Bardo”, entrambi diretti da Franco Battito e prodotti da Fabio Bagnasco, rispettivamente nel 2010 e nel 2014 e altre iniziative condivise nell’ambito de L’Ottava, casa editrice fondata dal cantautore.
“Franco – osserva il regista – era un pragmatico speculativo, un uomo semplice e complesso allo stesso tempo, un amico affettuoso e discreto, di smisurata generosità, almeno quanto era caparbio nel sostenere le proprie convinzioni”.
“Non gli difettava una certa sottile ironia, a volte paradossale – sottolinea – a volte accompagnata da uno spirito critico alieno a qualsiasi forma di luogo comune: la sua presenza, nella mia vita, non saprei come dirlo, mi dava la certezza che valori come la correttezza, la misura e la ricerca di una dimensione profonda, si potessero incarnare in un essere umano”.
“Era un uomo libero – aggiunge – refrattario a vincoli, appartenenze e identificazioni, che ha sempre rifuggito dall’avere guru e maestri spirituali ma, più semplicemente, persone con cui confrontarsi, condividere esperienze e interessi con la massima indipendenza”.
Fabio Bagnasco ricorda che, tutte le volte in cui lo chiamavano “Maestro”, Franco Battiato rispondeva: “Non sanno come offendermi meglio”.
“Di lui mi manca tutto: le telefonate, le critiche ironiche e bonarie – confida – e una certa leggerezza del vivere che era in netto contrasto con una immagine pubblica austera e poco corrispondente alla sua natura”.
“A volte – conclude – immagino ancora di sentire la sua voce al telefono, di prima mattina: Bagnasco, giù dalla branda!”

