Tutto rinviato, a data da destinarsi, forse al 2026.  Il cantiere aperto a fine marzo scorso per la realizzazione di un intervento di messa in sicurezza dell’intera area adiacente la casa natale di Luigi Pirandello in contrada Caos è stato smantellato. Il progetto ammontante a circa 712 mila euro, è stato parzialmente aperto alla pubblica fruizione subito dopo l’intervento di denuncia di Report Sicilia, sostenuto da Il Fatto Quotidiano, quando ai primi di aprile si fece notare come questo intervento così importante non fosse idoneo da svolgere nell’anno di Agrigento capitale italiana della cultura. Le transenne furono risistemate, arretrate e allargate, venne creato un varco e il viale che conduce alla tomba, fatto divenire perfettamente transitabile. Una volta giunti agli ultimi 100 metri, un lungo corridoio con il nastro rosso ai lati accompagnava i visitatori fino alla rozza pietra e ai resti dello storico pino, decapitato nel 1997 da una tromba d’aria. Sito aperto, sia pure nel bel mezzo di un’area di cantiere. Una situazione obiettivamente non edificante, in un periodo in cui Agrigento è sulla ribalta del mondo della cultura.

Una scelta, quella di iniziare i lavori all’inizio di un anno così particolare che destò parecchia meraviglia, ma che col passare dei giorni ha visto fare alla Sovrintendenza ai beni culturali, su “stimolo” del Parco Archeologico della Valle dei Templi, più di un passo indietro, fino a quello decisivo dei giorni scorsi. Via l’intera area recintata a ridosso dell’area antistante la casa natale, facendo rimanere ancora al proprio posto il gabinetto chimico usato dagli operai, debitamente recintato da una piccola protezione metallica. Tutto liberato dunque, in attesa della ripresa dei lavori che, a questo punto, verranno riavviati l’anno prossimo o alla fine di questo 2025. Da vedere quali sono i termini dell’accordo trovato con l’impresa che si era aggiudicata questo importante appalto, dato che sul piatto ci sono 712 mila euro che – evidentemente – sono stati messi in ghiaccio. A goderne è la fruibilità della zona, al netto dell’indegna presenza di rifiuti abbandonati da mesi all’ingresso del viale alberato che conduce ai luoghi cari al drammaturgo premio Nobel. Definire mascalzone chi tiene questo luogo così importante in condizioni così indecenti è il minimo. 

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