Ad Agrigento tutti la conoscono come piazza Stazione, essendo posta dinanzi lo straordinario ingresso del terminal ferroviario. Toponomasticamente però si chiama piazza “Pirro Marconi”, un archeologo italiano vissuto a cavallo dell’800 e del 900. Questo luogo inutilizzato e desolato tutto l’anno, ogni tanto vede riempirsi i propri ampi spazi grazie ad eventi straordinari, come concerti, fiere, momenti di incontro che richiamano tanta, tanta gente. Un punto di riferimento per la città. Fin qui, tutto bello, bellissimo, auspicabile sempre più spesso per dare linfa a un luogo, Agrigento, in coma indotto da decenni. Ieri sera però quanto accaduto non può non lasciare indifferenti. Al bellissimo concerto di Lello Analfino si sono presentate migliaia di persone, attratte dalla bravura del cantante diventato famoso con i Tinturia. Questa muraglia umana è stata fatta assiepare dalle autorità competenti in una piazza che si estende in uno dei suoi lati, su una strada, la via Acrone, oggetto di uno spaventoso movimento franoso che, dopo innumerevoli segnalazioni – specie di Report Sicilia – è stato finalmente chiusa dal Comune al transito di mezzi e pedoni, su sollecitazione delle autorità di protezione civile. Come sia possibile autorizzare lo svolgimento di simili eventi in questa parte di piazza è assai curioso anche se basta andare indietro di qualche settimana per ricordare che, nello stesso luogo, ma con molte meno persone assiepate, si erano presentati perfino i vigili del fuoco per un loro raduno regionale. Nella zona parzialmente a rischio di franare furono anche posizionati mezzi del corpo che, certamente, non erano leggeri. Tutto andò benissimo.

Fiere, feste, concerti ed eventi a ridosso di una frana in corso …

Nella zona a ridosso della strada interdetta chi di competenza ha autorizzato ieri sera anche la sistemazione di alcuni stand, come accaduto sempre alcune settimane fa, in occasione di una fiera organizzate a contorno della Sagra del Mandorlo in fiore. Qui nessuno si diletta a fare il menagramo. Del resto, per consentire lo svolgimento di simili eventi capaci di richiamare decine migliaia di persone, chi di dovere avrà fatto le proprie valutazioni. Rimangono però irrisolti i dubbi di chi – come noi- segue perfettamente cosa stia accadendo ai piedi di questa piazza, adagiata sul ciglio di una frana, sul punto di far rotolare tutto in via Esseneto, senza alcun ulteriore preavviso. Una via Acrone dove si stanno svolgendo lavori di ignota origine, nella più totale anarchia e totale assenza di controlli (noti) di Carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro) e Ispettorato del Lavoro. La speranza di tutti è che la mano santa di San Calogero non si scosti dal capo degli agrigentini, come nel luglio del 1966, quando la frana nel centro storico non causò alcun prezzo in termini di vite umane. 

Autore