Il Comune e la Fondazione Agrigento 2025 indicano erroneamente San Calogero come patrono della città. Ma il vero patrono è San Gerlando, celebrato il 25 febbraio. Una svista istituzionale che sorprende.
Agrigento – Che San Calogero sia il santo più amato dagli agrigentini, è fuori discussione. Che rappresenti un simbolo identitario, di fede popolare, di storia, di tradizione e di festa, lo confermano ogni anno le migliaia di devoti che ne affollano la processione e i riti religiosi. Ma da qui a definirlo “Patrono di Agrigento” ce ne passa – soprattutto se a farlo è il sito ufficiale del Comune, l’applicazione dello stesso sia in Apple che in Android, ed il sito della Fondazione Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.
In queste ore sta facendo il giro dei social e delle chat la schermata del sito istituzionale, che nella pagina dedicata alla Festa di San Calogero (4-13 luglio 2025) presenta un clamoroso errore: accanto al manifesto ufficiale, si legge chiaramente la scritta “Patrono di Agrigento”.
Una gaffe non da poco, che fa storcere il naso non solo ai devoti di San Gerlando – vero Patrono della città, venerato e celebrato ogni 25 febbraio – ma anche a chi si aspetta precisione storica e rispetto delle identità religiose da parte delle istituzioni.
📜 Chi è davvero il Patrono di Agrigento?
È San Gerlando, vescovo della città nel XII secolo, canonizzato e considerato protettore della città contro calamità naturali e avversità climatiche. Le sue reliquie sono custodite nella Cattedrale di Agrigento, e ogni anno, nel mese di febbraio, vengono organizzate celebrazioni solenni in suo onore. Non solo: San Gerlando è anche patrono di Porto Empedocle.
Nel calendario degli eventi ufficiali della Capitale della Cultura 2025, la data del 25 febbraio è già indicata come “Festa di San Gerlando – Patrono della città”. Ma allora, come si spiega questo evidente errore?
🟡 Un errore istituzionale che non doveva accadere
Una svista grossolana che desta stupore e che non ci si aspetta da un’amministrazione pubblica, né da una Fondazione che gestisce un progetto nazionale di rilievo come Agrigento 2025. Che la devozione a San Calogero sia radicata, è cosa nota. Ma la confusione tra affetto popolare e titolarità liturgica e canonica è un errore che, se commesso da un privato, si potrebbe perdonare. Non da un ente pubblico, che dovrebbe tutelare la memoria, le tradizioni e la verità storica.
“San Calò resterà per sempre il più amato dagli agrigentini, ma non è – e non è mai stato – il patrono della città”, affermano diversi cittadini, sorpresi dal refuso.
Il rischio di travisare la storia e il culto religioso è elevato, soprattutto in un contesto come quello del 2025, in cui Agrigento è al centro dell’attenzione nazionale e internazionale. L’identità culturale si tutela anche con la correttezza dei riferimenti, specie quando si parla di fede.
⛪ Sant’Alfonso, il compatrono “dimenticato”
A margine, vale la pena ricordare anche il legame profondo tra Agrigento e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, dottore della Chiesa, compatrono della città e punto di riferimento spirituale della tradizione redentorista. Una figura troppo spesso dimenticata, seppur legata a doppio filo alla storia religiosa e culturale della città, come dimostrano le missioni, gli scritti e la presenza storica dei padri redentoristi ad Agrigento.
Amare San Calogero non significa riscrivere la storia. L’amministrazione e la Fondazione correggano quanto prima questa imprecisione, restituendo a San Gerlando il suo giusto posto nella tradizione ufficiale della città.
📸 In allegato: screenshot del sito istituzionale con l’indicazione errata “Patrono di Agrigento”.
Report Sicilia continuerà a vigilare affinché la cultura non venga solo celebrata, ma anche rispettata e raccontata con verità.


