Operazione anti-mafia tra Agrigento, Porto Empedocle e Villaseta: 54 rinvii a giudizio e 13 fermi per droga, estorsioni e armi da guerra. Report Sicilia ringrazia le forze dell’ordine. Il sindaco, invece, resta in silenzio.
È uno dei colpi più duri inferti alla criminalità organizzata tra Agrigento, Porto Empedocle e Villaseta: 54 richieste di rinvio a giudizio e 13 fermi per associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni e possesso di armi da guerra, tra cui Kalashnikov e mitragliette.
L’inchiesta, che ha visto l’impiego di decine di uomini dell’Arma dei Carabinieri, ha documentato anni di controllo mafioso su interi quartieri e attività commerciali. Il tutto attraverso intercettazioni, appostamenti, pedinamenti e perquisizioni.
Nei due filoni d’indagine emergono intimidazioni, richieste di pizzo, danneggiamenti e gestione armata dello spaccio. Un vero e proprio sistema mafioso che operava capillarmente sul territorio agrigentino.
Il silenzio assordante del sindaco
In una città che dovrebbe reagire con fermezza e orgoglio alla notizia di un’operazione così importante, colpisce invece il silenzio del sindaco di Agrigento, Franco Miccichè.
Nessuna nota ufficiale, nessuna dichiarazione, nessuna parola di vicinanza alle forze dell’ordine, né ai cittadini onesti che per anni hanno subito questo clima di intimidazione e paura.
Un comportamento che lascia sbigottiti: quando lo Stato fa il proprio dovere, anche il sindaco deve fare il suo. È il primo rappresentante della legalità sul territorio e ha il dovere morale di ringraziare chi combatte in prima linea contro la mafia.
Tacere, in casi come questo, equivale a girare lo sguardo dall’altra parte.
Noi, invece, parliamo
Report Sicilia, al contrario, ringrazia e sostiene apertamente i Carabinieri e chi lavora, spesso nel silenzio e nel rischio, per liberare il nostro territorio dal cancro mafioso.
Questa operazione dimostra che la mafia c’è ancora, ma dimostra anche che si può combattere.
Basta volerlo. Basta non essere complici. Nemmeno con il silenzio.