Durante la commemorazione dei Caduti in guerra al cimitero monumentale di Bonamorone, organizzata dall’Associazione Nazionale Bersaglieri, l’attenzione è caduta sullo stato indecoroso delle bandiere italiane esposte. Una violazione grave delle norme e del rispetto dovuto ai simboli nazionali.

Si è svolta questo pomeriggio, presso il cimitero monumentale di Bonamorone ad Agrigento, una sobria cerimonia di deposizione di un omaggio floreale al sacrario dei Caduti in guerra, organizzata dalla sezione locale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri. Alla presenza del viceprefetto Giuseppe Nuara, due soci dell’associazione hanno deposto l’omaggio all’altare del sacrario, dove riposa anche Antonio Sartelli, poliziotto caduto durante la drammatica incursione del 12 luglio 1943. Alla commemorazione hanno preso parte anche alcuni pronipoti di Sartelli, giunti appositamente in città.

Presenti rappresentanze delle istituzioni civili e militari, tra cui il Comune di Agrigento, la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Marina Militare e i Vigili del Fuoco, oltre ai vertici dell’associazione e numerosi cittadini.

Ma a fare notizia, più che la partecipazione, è stato lo stato vergognoso delle bandiere italiane esposte nella piazza antistante il sacrario: strappate, logore, lasciate al vento in condizioni indecorose, come testimoniano le foto scattate da Report Sicilia. Una condizione che contrasta apertamente con il contesto solenne e commemorativo della giornata.

Esporre una bandiera italiana strappata in luogo pubblico costituisce una grave violazione normativa e simbolica. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 121 del 7 aprile 2000 impone che le bandiere esposte in sedi pubbliche siano in buono stato e correttamente dispiegate, pena la possibile applicazione di sanzioni per vilipendio del tricolore.

La bandiera italiana è simbolo della Nazione, della libertà, del sacrificio e dell’unità del popolo italiano. Esporla in uno stato di degrado significa mancare di rispetto alla memoria storica e ai valori costituzionali che essa rappresenta, specie in un contesto commemorativo come quello odierno.

È responsabilità diretta dell’Amministrazione Comunale garantire il decoro dei simboli pubblici, specie nei luoghi della memoria e del culto civico. In questo caso, il Comune di Agrigento non ha solo trascurato un obbligo normativo, ma ha inferto un affronto alla dignità della cerimonia stessa e al significato profondo del momento.

Il sacrificio dei Caduti merita ben altro rispetto. Lo esige la memoria, lo impone la legge, lo pretende la coscienza civile.

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