Si parla spesso di spreco di denaro – se non di vere e proprie operazioni opache – da parte delle istituzioni che governano il territorio. Si potrebbe stilare un elenco lunghissimo, ma ci asteniamo per motivi di spazio. Dall’albo pretorio della Provincia regionale di Agrigento arriva però una notizia in netta controtendenza, che ha quasi dell’incredibile, al cospetto del banditismo dilagante in certi enti locali. La “notizia” è che lo scorso anno, in tutto il 2024, quello che tecnicamente si definisce “Libero Consorzio” non ha speso un solo euro per le cosiddette “spese di rappresentanza”. Nemmeno dieci euro per un mazzo di fiori, una targa, una medaglietta, una statuina per qualche amico che organizza premi o concorsi o qualche caffè offerto ad autorità in visita alla sede di piazza Vittorio Emanuele. Niente, zero. Un inno alla mai dimenticata “spending review”, il processo volto a migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa pubblica attraverso la sistematica analisi e valutazione della pubblica amministrazione nelle sue strutture organizzative statali delle procedure decisionali e attuative, dei singoli atti all’interno dei programmi e dei risultati finali. Il dato è stato ratificato lo scorso 30 dicembre, ma solo da poche ore compare sul sito istituzionale della Provincia regionale agrigentina che, si spera, saprà certamente proseguire sul solco tracciato da chi ha amministrato in precedenza, prima delle elezioni della scorsa primavera, che portarono alla elezione del presidente e del nuovo consiglio. Elezioni di secondo livello, ovvero svolte tra rappresentanti politici, senza il coinvolgimento del popolo degli aventi diritto al voto. Vedremo se anche nel 2025 le spese di rappresentanza saranno pari a zero anche se – volendo essere comunque ottimisti – è lecito nutrire qualche dubbio.

