Domani Mercoledì 16 luglio, davanti alla Sezione di Controllo della Corte dei Conti, sfilano Comune, Parco, Regione e Fondazione: in ballo ci sono almeno 12 milioni di euro. Ma il dubbio più inquietante non è solo quello contabile. È quello etico: si comportano come chi sa di avere una certa impunità.

È arrivato il giorno dell’audizione. Mercoledì 16 luglio 2025, la Corte dei Conti della Regione Siciliana aprirà ufficialmente le porte dell’udienza dedicata alla gestione dei fondi pubblici stanziati per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.

Un progetto celebrato, propagandato e fotografato ovunque. Ma che, alla prova dei fatti, si sta rivelando un pantano di ombre, affidamenti diretti, eventi estemporanei e – soprattutto – assenza totale di trasparenza.

L’inchiesta era stata annunciata a febbraio. La Sezione di Controllo della Corte dei Conti ha inserito la verifica del programma tra le priorità del 2025: si tratta, infatti, di uno degli interventi più significativi sul piano economico e culturale della Sicilia di quest’anno. In ballo, almeno 12 milioni di euro di risorse pubbliche gestite, o in fase di gestione, da Comune, Parco Valle dei Templi, Fondazione Agrigento 2025, Regione Siciliana e Soprintendenza.

Chi sarà ascoltato

I magistrati relatori Giuseppe Di Prima e Salvatore Pilato hanno disposto la trasmissione della delibera di accertamento contabile alle principali istituzioni coinvolte. All’udienza del 16 luglio, sono stati chiamati o destinatari della comunicazione ufficiale: ECLI_IT_CONT_2025_36SRCSIC-GEST

  • Il Presidente della Regione Siciliana

  • L’Assemblea Regionale Siciliana

  • L’Assessore Regionale alla Cultura

  • Il Sindaco di Agrigento Franco Miccichè

  • Il Presidente del Consiglio Comunale di Agrigento

  • Il Presidente della Fondazione Agrigento 2025

  • Il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Agrigento

La delibera è stata inviata per conoscenza anche al Ministero della Cultura e al Ministero dell’Interno, a dimostrazione che l’interesse istituzionale su Agrigento 2025 è ormai nazionale.

Dove sono finiti i soldi?

L’obiettivo della Corte è verificare la sana e buona gestione delle risorse pubbliche: soldi destinati alla promozione culturale della città che, almeno finora, non hanno prodotto né un reale rilancio turistico né una trasformazione visibile della città.

Agrigento è ancora senza acqua pubblica, senza bagni, senza aree attrezzate per eventi, con vie del centro storico al buio e un decoro urbano inesistente. Mentre si continuano a destinare milioni di euro ad affidamenti diretti, comunicazione, consulenze, micro-festival e spettacoli a scadenza breve.

Il paradosso dell’arroganza

Ma se le carte preoccupano, il comportamento degli attori principali inquieta ancora di più. Nessun segno di autocritica. Nessuna preoccupazione pubblica. Nessuna sospensione delle attività o dei pagamenti in attesa di chiarimenti.

Anzi, in molti casi si assiste a una gestione spavalda, arrogante, quasi consapevole di godere di una protezione invisibile ma potentissima. Come se tutto fosse lecito. Come se tutto fosse già deciso.

Un cittadino scrive:
“Comunque dobbiamo ammettere che l’impegno che ci mettono per sbagliare tutto è da professionisti!”

E ancora:
“Il problema non è solo l’incompetenza. È l’arroganza di chi sbaglia con metodo, certo di non dover mai rispondere a nessuno.”

Il rischio: perdere tutto

Mancano pochi giorni alla fine della seconda decade di luglio. Agrigento è già al settimo mese del suo “anno da Capitale”, ma il bilancio reale è desolante. E i cittadini – al netto degli annunci – non vedono benefici tangibili.

L’attività istruttoria della Corte potrebbe far emergere criticità enormi, comprese responsabilità contabili per gli amministratori coinvolti. In particolare, la selezione dei progetti, le modalità di spesa e l’assenza di gare pubbliche rappresentano nodi gravi. Il sospetto è che, ancora una volta, il “Sistema Agrigento” stia svuotando di senso un’occasione irripetibile.

Sarà compito della Corte chiarire se questo progetto stia procedendo nel solco della legalità e della buona amministrazione o se, invece, Agrigento sta perdendo l’ennesima grande opportunità per rinascere.

Noi, come sempre, saremo lì. Per raccontarlo.

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